Il 25 aprile la polizia turca ha arrestato più di 110 persone, tra cui decine di avvocati, giornalisti e politici del Partito democratico dei popoli (Hdp, filocurdo). Secondo Trt sono accusati di aver finanziato il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e diffuso “propaganda terrorista”. L’operazione è avvenuta a meno di tre settimane dalle elezioni del 14 maggio, in cui il ruolo dell’Hdp potrebbe risultare cruciale per aiutare l’opposizione a battere il blocco islamo-nazionalista del presidente Recep Tayyip Erdoğan.
Giro di vite contro i curdi
Il trasloco del falangista
Il 24 aprile i resti di José Antonio Primo de Rivera, figlio del dittatore Miguel Primo de Rivera e fondatore del movimento di estrema destra della Falange, sono stati esumati dal Valle de los Caídos e trasferiti in un cimitero. L’operazione (nella foto le proteste dei militanti di estrema destra) rientra nel processo per depoliticizzare il monumento alle vittime della guerra civile costruito dal regime di Francisco Franco, come previsto dalla legge sulla memoria democratica approvata nel 2022.
Un piano per il mare del Nord
Al vertice sul mare del Nord che si è svolto il 24 aprile a Ostenda, in Belgio, i leader di nove paesi dell’Europa nordoccidentale, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, hanno presentato un piano per aumentare la produzione di energia eolica offshore, portando la loro capacità installata a 120 gigawatt entro il 2030 e a trecento entro il 2050. Attualmente la potenza complessiva degli impianti eolici nell’Unione europea è di circa duecento gigawatt. Il progetto, sostenuto dalla Commissione europea, punta a trasformare il mare del Nord, per decenni al centro dell’estrazione di petrolio e gas in Europa, nel principale motore della transizione alle energie rinnovabili, commenta il quotidiano belga Le Soir. Inoltre il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno annunciato la costruzione di un elettrodotto sottomarino per condividere l’energia prodotta dai loro parchi eolici offshore.
La stabilità cambia
Il 26 aprile la Commissione europea (nella foto il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commisario all’economia Paolo Gentiloni) ha presentato la sua proposta di riforma del patto di stabilità e crescita, sospeso dal 2020 prima a causa della pandemia di covid-19 e poi della guerra in Ucraina. In base alla proposta le norme attuali, che fissano un tetto al deficit e al debito degli stati rispettivamente al 3 e al 60 per cento del pil, resteranno in vigore, ma i governi potranno stabilire da soli dei piani pluriennali per rientrare nei limiti. Inoltre sono previste eccezioni per gli investimenti nella transizione energetica e digitale. La Commissione spera di arrivare all’approvazione entro la fine del 2023, ma il confronto con gli stati si annuncia difficile: il fronte dei paesi “frugali”, guidato dalla Germania, è infatti contrario a quello che ritiene un allentamento eccessivo delle regole. ◆
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