Se la masturbazione femminile è fatta di diecimila carezze, per la masturbazione maschile quante carezze ci vogliono? Quando si parla di sesso, la matematica non è d’aiuto.
Forse è per questo che nell’oroscopo del Leone della scorsa settimana (Internazionale n. 1015, pagina 97) abbiamo sbagliato la traduzione della parola giapponese che indica la masturbazione maschile:
senzuri, infatti, letteralmente significa mille carezze, non cento come abbiamo scritto noi. La masturbazione femminile invece è manzuri, che vuol dire diecimila carezze.
Non è matematica, ma è difficile trovare una formula più efficace e gentile per riassumere la sessualità umana. I giapponesi usano locuzioni suggestive anche quando parlano dei rapporti tra uomini e donne: per indicare una relazione che finisce, per esempio, dicono aki ga tatsu, “è arrivato l’autunno”. Ma in epiteti meno poetici riservati alle donne sopravvivono le tracce di una società tradizionalmente sessista. È il caso di bakku shan: letteralmente vuol dire “bella dietro”, e indica una donna che vista da dietro appare carina, ma quando si gira delude le aspettative.
O di kurisumasu keiki, che è il dolce di Natale, e come le donne dopo i 25 anni, dopo il 25 dicembre non è più buono.
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