L’errore era nel testo originale di Slavoj Žižek (Internazionale 1021, pagina 38): la canzone cantata da Frank Sinatra s’intitola My way (a modo mio) non I’ll do it my way. Avremmo dovuto accorgercene anche perché non corrisponde al ritornello, che dice “I did it my way”. Forse Žižek ha l’abitudine di canticchiare My way a modo suo, cioè con un testo che suona più o meno come quello di Sinatra, ma è sbagliato. Voi non lo fate mai?

Secondo un sondaggio di Spotify, il servizio di musica in streaming on demand, il 50 per cento degli italiani quando canticchia storpia i testi delle canzoni perché non li capisce. La più storpiata è

I don’t want to wait, la sigla del telefilm Dawson Creek, che nell’adattamento nostrano diventa “adouanaueii”.

In altri testi compaiono varianti più creative, come “we can be yellow for one day” invece di “we can be heroes just for one day” (David Bowie, Heroes), “so open the door” invece di “soy un perdedor” (Beck, Loser) e “non amarmi perché vivo a Londra” invece di “non amarmi perché vivo all’ombra” (Aleandro Baldi e Francesca Alotta, Non amarmi). Secondo Spotify la maggior parte degli italiani non si vergogna quando viene colta in fallo. Quel che conta è cantare, non importa se ognuno lo fa a modo suo.

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