Roberto Bizzocchi, I cognomi degli italiani
Laterza, 256 pagine, 24 euro
Per gli storici non è sempre facile raccontare il risultato del proprio lavoro. Il pubblico – si dice – preferisce gli argomenti che hanno a che fare con l’attualità e soprattutto non ha troppa voglia di seguire il filo delle dimostrazioni. Così, mentre gli storici dedicano la maggior parte del tempo a capire come interpretare le tracce che il passato ha lasciato, gli editori chiedono di raccontare semplicemente come sono andate le cose. In questo panorama, che spesso lascia tutti un po’ scontenti, il libro di Bizzocchi è una felice eccezione. Qui uno degli storici italiani più brillanti affronta un argomento che da sempre suscita curiosità nel grande pubblico, riuscendo a tenere insieme leggibilità e ragionamento: la storia dei cognomi.
Invece di limitarsi a spiegare quale sia il loro presunto significato originario, Bizzocchi si avventura nell’impresa ben più difficile di raccontare come quando e perché i cognomi si sono affermati come sistema per identificare le persone. Con leggerezza ed eleganza rende partecipe il lettore delle proprie scoperte e dei propri dubbi.
Così, il ricercatore prosegue la sua indagine sulla storia sociale della famiglia avviata da Genealogie incredibili (Il Mulino 1995) e continuata con In famiglia (Laterza 2001) e Cicisbei (Laterza 2008). E il lettore ha modo di riflettere
su come si indaga su ciò che è avvenuto in un tempo lontano.
Questo articolo è stato pubblicato il 7 novembre 2014 a pagina 88 di Internazionale, con il titolo “Rossi, Bianchi e Verdi”. Compra questo numero | Abbonati
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