Il 24 maggio, mentre Joe Biden incontrava a Tokyo i suoi alleati regionali, la Cina e la Russia hanno dato vita a una dimostrazione di forza inedita: alcuni bombardieri strategici dei due paesi, in grado di trasportare armi nucleari, hanno sorvolato la zona di identificazione della difesa aerea del Giappone. Immediatamente gli aerei militari sudcoreani e giapponesi si sono alzati in volo per tenerli a distanza.

Ufficialmente si è trattato solo di “manovre aeree” da parte dei due paesi e i velivoli non sono entrati nello spazio aereo giapponese. Niente di pericoloso, dunque. Ma è evidente che sia stato un gesto simbolico molto forte in direzione degli Stati Uniti e dei loro partner.

A questo punto bisogna capire la natura di questo simbolo e del segnale che Pechino e Mosca hanno voluto inviare sfidando il presidente statunitense in piena guerra in Ucraina. Sullo sfondo c’è un interrogativo che preoccupa gli occidentali: gli Stati Uniti devono affrontare una crisi unica o due crisi separate? Esiste un asse Cina-Russia? O si tratta di due guerre fredde distinte, una con Mosca e l’altra con Pechino?

Postura condivisa
Malgrado questa manovra aerea comune, oggi non esiste un’alleanza militare tra la Cina e la Russia. Ma c’è un atteggiamento condiviso. I due paesi, infatti, sono considerati “revisionisti”, ovvero contestano l’organizzazione mondiale che ritengono da sempre dominata dagli occidentali.

Tra Russia e Cina intercorrono scambi politici, militari ed economici che hanno continuato a rafforzarsi dopo il 2014, anno delle prime sanzioni occidentali contro Mosca a causa dell’annessione della Crimea.

Lo scenario catastrofico sarebbe quello di due guerre concomitanti, un’ipotesi abbastanza inverosimile

Ma esistono anche molteplici differenze, e malgrado le apparenze la Cina non è particolarmente felice della guerra scatenata da Vladimir Putin, che turba l’economia mondiale. Pechino fa molta attenzione a non rischiare di subire sanzioni secondarie da parte degli statunitensi a causa di un aiuto troppo palese alla Russia, tanto che alcuni funzionari russi non nascondono una certa amarezza.

Lo scenario catastrofico sarebbe stato quello di due guerre concomitanti, quella della Russia contro l’Ucraina e un’invasione di Taiwan da parte della Cina. Non è accaduto, e comunque l’ipotesi era abbastanza inverosimile.

Questo però non significa che la Cina sia un partner degli Stati Uniti. Al contrario, l’incontro di Tokyo tra Biden e i leader del Quad, un gruppo di cui fanno parte Australia, Stati Uniti, India e Giappone, mostra che gli americani continuano a trattare Pechino come il rivale principale del ventunesimo secolo.

Washington deve dunque gestire due guerre fredde parallele, che a tratti possono coincidere ma che necessitano di risposte separate sul piano militare, economico o diplomatico.

Questa è la complessità del periodo di tensioni attuale, che non riproduce la prima guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica ma ne prende in prestito la grammatica e la teatralizzazione. È questo il messaggio lanciato dagli aerei russi e cinesi sui cieli del mar del Giappone.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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