Esistono diversi modi per interpretare lo scandalo che sta scuotendo la Germania. Prima di tutto bisogna sottolineare la leggerezza degli ufficiali dell’aeronautica tedesca, che hanno discusso in modo non sicuro una serie di segreti di stato sulla consegna di missili all’Ucraina.

Il risultato è stata l’intercettazione delle loro conversazioni da parte della Russia, con il conseguente imbarazzo dopo la loro diffusione sui social network e lo scoppio di una crisi politica in Germania. È molto probabile che in questo momento diversi paesi europei stiano rivedendo le loro procedure di sicurezza per evitare uno scenario simile a causa dell’imprudenza dei propri militari.

Una seconda lettura della vicenda riguarda i metodi della propaganda russa, a cui sono stati serviti su un piatto d’argento argomenti molto utili. Vladimir Putin dice che la Russia sta combattendo contro la Nato? Ecco che gli ufficiali tedeschi parlano del numero di missili necessario per distruggere il ponte sullo stretto di Kerč, che collega la Crimea alla Russia, e rivelano che alcuni militari britannici in abiti civili si trovano già sul suolo ucraino. È una buona informazione da sfruttare. Ma c’è qualcosa di ancora più interessante in questa vicenda.

Sullo sfondo, infatti, c’è la resistenza della Germania davanti alla prospettiva di fornire all’Ucraina i famosi missili Taurus a lungo raggio. La Francia e il Regno Unito hanno consegnato a Kiev i missili Scalp e Storm shadow, che non hanno lo stesso raggio di quello dei Taurus tedeschi ma stanno comunque infliggendo pesanti danni alla Russia. Il contratto siglato con Kiev prevede l’impegno di non usarli oltre i confini dell’Ucraina riconosciuti a livello internazionale, ovvero includendo la Crimea e il Donbas. Dunque in teoria è esclusa la possibilità di colpire il territorio russo.

La Germania si rifiuta di compiere lo stesso passo, e questo è precisamente l’argomento di una delle discussioni intercettate. Il cancelliere Olaf Scholz teme la “co-belligeranza”, parola vaga che salta fuori in continuazione ormai da due anni. Berlino sostiene l’Ucraina firmando ricchi assegni – più ricchi rispetto agli altri – ma non intende fornire a Kiev gli strumenti di difesa più sofisticati. È un’accusa che l’Ucraina rivolge ai suoi alleati in generale, ma oggi nell’occhio del ciclone c’è la Germania.

La vicenda spinge Scholz sulla difensiva, proprio lui che è già indebolito da una traballante coalizione. Chiaramente Berlino non vuole inviare soldati tedeschi in Ucraina (come ha ribadito il cancelliere a Emmanuel Macron la settimana scorsa), ma non vuole neanche insegnare agli ucraini come utilizzare i propri missili, cosa che i tedeschi avrebbero potuto fare già da mesi. Oggi non esistono ucraini capaci di utilizzare i Taurus, dunque non è possibile inviare i missili che la Germania comunque non vuole inviare. Un circolo vizioso implacabile.

Le intercettazioni evidenziano le attuali divergenze franco-tedesche. È un vero problema, soprattutto in un momento in cui la Russia sembra prendere il sopravvento. Dopo aver mantenuto a lungo una posizione ambivalente, la Francia ha scelto la via di un impegno più strutturato dell’Europa, prefigurando una possibile vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti.

La Germania non vuole seguire questa strada e non ha ancora fatto i conti con le variabili di un nuovo mondo pieno di pericoli. Parigi e Berlino dovranno colmare questa distanza al più presto. Per il bene dell’Ucraina e dell’Europa.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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