Per la prima volta nella storia il tasso d’interesse sui depositi delle banche presso la Banca centrale europea (Bce) sarà negativo: le banche pagheranno lo 0,1 per cento per tenere questi depositi. Difficile che la misura spinga gli istituti ad aumentare i prestiti alle imprese. I depositi presso la Bce sono in calo e non sono sempre inoperosi. Una penalizzazione dello 0,1 per cento non compenserà l’alto rischio di credito attuale.
Il discorso è diverso per le altre misure annunciate dalla Bce. I Tltro (
Targeted long term refinancing operations) permetteranno agli istituti bancari di ottenere prestiti dalla Bce a tassi molto convenienti, proporzionali a quelli che le stesse banche applicheranno alle imprese. Come scrive Angelo Baglioni su lavoce.info, ci sono due problemi: manca un vincolo esplicito per l’uso di questi prestiti e, soprattutto, si insiste sul canale bancario per risolvere la crisi del credito.
La crisi richiede altre soluzioni, come l’acquisto di titoli sul mercato, ossia il quantitative easing. E proprio in questa direzione sembra andare il progetto di acquisto dei titoli derivati Abs (Asset backed security). Sarebbe un intervento diretto della Bce nell’acquisto di obbligazioni delle imprese, come negli Stati Uniti.
Due ostacoli, tuttavia, frenano il quantitative easing europeo: un mercato di obbligazioni aziendali ancora troppo poco sviluppato e la mancanza di un debito pubblico federale. Il presidente della Bce, Mario Draghi sembra intenzionato a introdurre il quantitative easing. Speriamo che non ci voglia troppo tempo per passare dalle parole ai fatti. L’anemica crescita europea ha bisogno di essere sostenuta.
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