La storia ha dato ragione alle idee del movimento noglobal. E oggi la voglia di cambiare è sempre più forte. L’articolo di Naomi Klein.
Di Bill Bryson
De l’air, trimestrale atipico che si rivolge alle immagini in nome del piacere, compie dieci anni. Per festeggiare, la Maison de la photographie di Parigi esporrà in autunno 62 fotografie pubblicate nel trimestrale. Leggi
Instapaper è un’applicazione molto utile per salvare le pagine web e leggerle con calma in un altro momento. Il suo inventore spiega perché ha tolto dal mercato la versione gratuita.
Gli enti locali cinesi si sono indebitati enormemente per investire nelle infrastrutture e assicurare la ripresa. Nei prossimi due anni, però, Pechino potrebbe pagare un conto salato.
Negli ultimi cinque anni la guerra tra i narcos messicani ha provocato quarantamila morti. Ritratti di dottori, sindaci e intellettuali che hanno deciso di opporsi alla violenza. Il reportage del País.
Gli attacchi degli speculatori si sono concentrati sugli istituti di credito. Nonostante la condotta prudente delle banche.
L’opposizione e il movimento Bersih 2.0 sono scesi in piazza per chiedere riforme. È stata la più grande protesta degli ultimi anni e il governo l’ha repressa con la forza.
Gli Stati Uniti chiedono all’esercito pachistano un maggiore impegno nella lotta al terrorismo. Dopo mesi di accuse e avvertimenti, la tensione tra i due paesi cresce.
Intercettazioni illegali. Accuse di corruzione. Ricatti. In Gran Bretagna l’impero dell’editore australiano è in difficoltà. Vittima del suo stesso cinismo, scrive Misha Glenny.
Di François Olislaeger
Mi sembra evidente che la cultura giornalistica dell’illegalità, dell’esagerazione e della menzogna derivi dalla cultura aziendale della prepotenza e dell’inganno. Leggi
All’origine della siccità nel corno d’Africa c’è il fenomeno meteorologico della Niña. Gli esperti avevano lanciato l’allarme, ma è stato fatto poco per prepararsi all’emergenza.
La cultura delle multinazionali non governa solo i centri commerciali. Detta legge a Washington e alla Casa Bianca. E ha creato un presidente-marchio che produce gadget e false speranze. Naomi Klein spiega perché il cambiamento deve venire dal basso.
Diffidenza. Paura. Violenze. Tredici anni dopo gli accordi del venerdì santo, la città simbolo del conflitto nordirlandese è ancora spaccata in due. Ma né i protestanti né i cattolici vogliono rinunciare alla pace.
Il pubblico, il campo, l’ambiente, gli arbitri. Secondo David Runciman, il segreto del più odiato e amato allenatore del mondo è altrove.
Il nostro cervello è progettato per farci vedere sempre il lato positivo delle cose. Perché l’ottimismo può aiutare a vivere meglio e perfino modificare la realtà.
Gli animali domestici possono aumentare il rischio di allergie nei bambini? Leggi
Un crollo dell’Italia sarebbe una catastrofe, perché contagerebbe molte banche europee, scrive l’Economist.
A peggiorare la situazione, c’è il fatto che i problemi economici arrivano nel mezzo della crisi finale del berlusconismo.
Attivista per i diritti umani e conduttrice tv, è la prima donna candidata alle presidenziali. E dà voce alle rivendicazioni dei ragazzi di piazza Tahrir.
In Croazia il maggior successo editoriale ha venduto duemila copie. Nella ex Jugoslavia si scrive molto ma si legge poco.
Stati Uniti e Israele stanno conducendo un’intensa attività diplomatica per evitare il voto a settembre dell’Assemblea generale dell’Onu sullo stato palestinese. Leggi
Carla Melazzini, Insegnare al principe di Danimarca Leggi
Ogni anno nel mondo le mine antipersona provocano migliaia di vittime, per la maggior parte civili. Attualmente, 158 paesi (oltre l’80 per cento del totale mondiale) hanno sottoscritto il trattato di Ottawa (1997-1999) che prevede la messa al bando delle mine antipersona. Ma altre nazioni come Stati Uniti, India, Iran, Israele, Pakistan e Russia, non hanno ancora aderito al trattato contro la più devastante arma indiscriminata dei nostri tempi. Leggi
Come l’eurozona, anche la Casa Bianca deve risanare i conti. In entrambi i casi serve una classe politica saggia e coraggiosa.
Tra i palazzi di epoca sovietica a Ulan Bator e in sella nella steppa con i pastori nomadi tsaatan. Alla ricerca dei pascoli per le renne.
In Egitto si moltiplicano le proteste contro il governo e i militari. L’8 luglio migliaia di persone hanno manifestato per difendere gli obiettivi della rivolta contro Hosni Mubarak.
Possiamo parlare? Possiamo discutere senza urlare? Possiamo cercare di capire insieme quello che bisogna fare? Era questo lo spirito con cui decine di migliaia di persone si ritrovarono a Genova un weekend di luglio di dieci anni fa. Qualcuno la chiamò la fine dell’età dell’innocenza: per chi all’epoca aveva vent’anni, per i grandi movimenti sociali nati a Seattle nel 1999 e per tutta la sinistra, che non capì cos’era accaduto e fu incapace di reagire. A Genova i leader occidentali misero a punto con successo l’idea che i luoghi del potere vanno isolati, fortificati, difesi con la forza e se necessario con la violenza da ogni possibile dissenso. Dieci anni dopo, con una nuova crisi economica che si avvicina e il cui rombo cupo scuote le fondamenta dell’Europa, sono ancora asserragliati nelle loro zone rosse, spaventati a morte, ma sempre meno disposti ad ascoltare, a capire, a cercare di condividere decisioni che riguardano il futuro di tutti noi.
Nella manovra i conti non tornano. Mancano all’appello 15 miliardi, il cui reperimento è affidato a una legge delega fiscale dal contenuto tutt’altro che definito. Leggi
La storia ha dato ragione alle idee del movimento. Che oggi animano la protesta delle piazze europee.
L’alto debito pubblico e gli errori del governo di Roma hanno fatto crollare la fiducia dei mercati nei confronti dell’economia italiana. Che rischia di essere travolta, trascinandosi dietro l’intera eurozona.
I tabloid sono l’immagine di un giornalismo asservito al potere. E lo scandalo di News of the World dimostra che serve una nuova etica della professione, scrive George Monbiot.
Bon Iver, Bohren & der Club of Gore, Shabazz Palaces Leggi
Chi da adulto non coltiva ciò che a scuola ha appreso rischia una regressione che può degenerare in quella vera e propria dealfabetizzazione da cui sono afflitti, in Italia più che altrove, milioni di persone. Leggi
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