Le principali borse europee hanno aperto in rialzo il 6 novembre di fronte alla prospettiva di un ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha rivendicato la vittoria nelle presidenziali. Leggi
Il buon andamento di Wall street e l’accelerazione del pil statunitense, salito nel secondo trimestre oltre le attese, hanno favorito una chiusura in forte rialzo per le borse europee. Leggi
L’Europa sta vivendo la sua peggiore seduta borsistica dal 2011. I timori per l’economia cinese e il crollo delle materie prime hanno scatenato una fuga degli investitori in tutti i mercati europei. Nella giornata del crollo di Shanghai, la borsa di Milano – seconda per perdite solo ad Atene – ha già lasciato sul terreno oltre sette punti percentuali, con una serie di sospensioni che hanno toccato a rotazione tutti i titoli principali. Leggi
Il divieto di vendere azioni a chiunque possieda più del 5 per cento di un titolo, la promessa di immissione di liquidità da parte della Banca popolare cinese e l’invito alle aziende di stato a continuare a comprare azioni sono la prova evidente che il governo (o il Partito, che in Cina quasi coincidono) non ha alcuna intenzione di lasciare che “il mercato si autoregoli”. Leggi
Mentre in Europa l’unione monetaria rischia di essere travolta dai debiti della Grecia, dall’altra parte del mondo, in Cina, è esplosa una tempesta finanziaria di dimensioni ben più grandi che alcuni osservatori non esitano a paragonare al crollo di Wall street del 1929. Leggi
La Borsa di Milano ha vissuto un altro lunedì nero per effetto delle vendite nel settore bancario, dopo la vittoria dei no al referendum in Grecia. L’indice Ftse Mib ha terminato la seduta con un calo del 4,03 per cento, mentre l’indice Ftse all share ha ceduto il 3,85. Il differenziale tra i titoli di stato decennali italiani (btp) e i bund tedeschi è invece risalito fino a 164 punti, dai 145 della vigilia, con un rendimento al 2,36 per cento.
La chiusura è stata negativa anche per tutte le altre borse europee: Madrid ha perso l’1,91 per cento; Parigi l’1,22 per cento, Francoforte lo 0,7 per cento, Bruxelles l’1,03 per cento, Amsterdam lo 0,86 per cento, Zurigo lo 0,37 per cento, Lisbona il 3,34 per cento. A condizionare l’andamento di piazza Affari e dell’Europa sono state soprattutto le vendite nel comparto bancario: l’indice del settore ha perso il 5,7 per cento con molte sospensioni al ribasso.
È stato un lunedì nero per la borsa italiana e per le altre piazze azionarie europee, dopo lo strappo con la Grecia che si è consumato alla riunione dell’eurogruppo di sabato 27 giugno. I mercati hanno reagito male e con forti vendite, sia sull’azionario sia sul mercato dei bond, alla notizia del referendum greco, mentre l’euro ha resistito. Piazza Affari ha chiuso a -5,17 per cento, a 22.569,9492 punti, e l’All Share ha perso il 4,99 per cento, chiudendo a 24.074,9297 punti.
Negative anche le altre borse europee: a Londra l’Ftse 100 è arretrato dell’1,97 per cento a 6.620,48 punti; a Parigi il Cac 40 ha perso il 3,74 per cento a 4.869,82 punti, mentre a Francoforte il Dax è scivolato del 3,56 per cento a 11.083,20 punti. È andata male anche a Madrid, che ha ceduto il 4,43 per cento mentre la borsa di Atene resterà chiusa fino al 7 luglio prossimo.
Il differenziale tra i titoli di stato decennali italiani (btp) e i bund tedeschi si è attestato invece a 155 punti, in rialzo di 30 punti rispetto alla vigilia, dopo aver toccato anche i 200 punti nei primi cambi. A quel punto – come ha confermato Bloomberg – è intervenuta la Banca centrale europea con gli acquisti in linea col piano di quantitative easing.
Dopo l’interruzione delle trattative tra i creditori internazionali e le autorità greche, la Bce ha congelato fondi vitali alle banche greche, lasciando Atene senza altra scelta se non chiudere gli sportelli per evitare il collasso. Banche e borsa greche saranno chiuse per tutta la settimana, con un limite di 60 euro al giorno per il denaro contante ritirato ai bancomat.
Le speranze di una soluzione positiva del caso Grecia hanno continuato a influire sui mercati azionari, in recupero da ormai quattro sedute. In particolare, la borsa di Atene ha chiuso con l’indice principale in rialzo del 6,1 per cento e un’ottima performance dei titoli del settore del credito: Alpha è salita di quasi il 20 per cento e la National bank of Greece del 13 per cento.
Sono andati bene anche i titoli di stato, con il decennale a un rendimento poco superiore al 10 percento e il biennale al 21,5 per cento. Per il resto, Milano è cresciuta dello 0,85 per cento, Londra dello 0,2 per cento, Parigi dell’1,5 per cento e Francoforte dell’1,4 per cento.
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