La Repubblica Ceca è uno dei paesi più contrari alla moneta unica. Che però già circola nell’economia nazionale, visto che tutte le aziende locali fanno affari nell’eurozona Leggi
Gli svedesi non sono più convinti di aver fatto bene a rifiutare l’adozione nell’euro nel 2003, quando con un referendum scelsero di tenersi la corona. Oggi, scrive la... Leggi
Alcuni partiti sovranisti vogliono tornare alla vecchia valuta nazionale. Chi trae vantaggio dai finanziamenti europei ha invece abbandonato la battaglia contro l’euro. Il secondo di una serie di video sui nazionalisti europei. Leggi
Il parlamento di Atene deve approvare il piano inviato ieri sera ai creditori dal premier Alexis Tsipras. Le riforme devono convincere le istituzioni a concedere nuovi aiuti, indispensabili per evitare l’uscita dall’eurozona. Leggi
Come le borse dell’Asia qualche ora fa, anche i mercati europei aprono in negativo. Per il momento, comunque, le perdite sono ridotte, segno di un clima di attesa e di incertezza sul futuro della Grecia e della moneta unica.
Il Ftse 100, l’indice generale dell’eurozona, è attualmente sotto dell’1 per cento. Il Dax tedesco perde il 2 per cento, l’Ibex spagnolo il 2,2, l’indice italiano Ftse Mib il 2,8 e il Cac di Parigi è sceso del 2 per cento.
Gli scenari possibili sono due: Atene trascina con sé verso l’ignoto i suoi 18 partner dell’eurozona, oppure l’Unione europea impara dagli errori del passato e impone le sue regole del gioco. Ecco cosa potrebbe succedere se la Grecia dovrà abbandonare l’euro. Leggi
Il futuro dell’economia greca si deciderà nelle prossime ore e può cambiare da un momento all’altro. Ecco tre possibili scenari: accordo con i creditori all’ultimo momento, vittoria del sì al referendum, uscita dall’euro. Leggi
Le alternative alla crisi devono esistere per forza. Tuttavia, le istituzioni europee e i governi dei paesi membri non vogliono discuterne apertamente, per paura di alimentare speculazioni finanziarie o di annullare i risultati raggiunti finora nei negoziati sulla Grecia. Leggi
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, ha detto che “la reazione riscontrata sui mercati all’avvio del piano di allentamento quantitativo varato il 9 marzo dalla Banca centrale europea dimostra che il piano di acquisti funziona” e che la Bce “è in grado di stabilizzare l’inflazione”.
Intervenendo oggi a un convegno a Francoforte, commentando il quantitative easing, il programma di acquisto di titoli con cui l’istituto si propone di contrastare la deflazione nell’eurozona e di rilanciare l’economia, Draghi ha aggiunto che l’inflazione dell’area euro “resterà molto bassa o a livelli negativi nei prossimi mesi, successivamente segnerà una graduale ripresa”.
L’euro è sceso oggi sotto quota 1,06 nei confronti del dollaro. Gli investitori hanno approvato l’indebolimento della moneta che rappresenta un rafforzamento competitivo per le esportazioni dalla zona euro. Le borse europee, tra cui Milano, Parigi e Francoforte, hanno registrato rialzi. Askanews, Ansa, La Repubblica
Il primo round della battaglia per l’euro si è concluso, e l’ha vinto la Germania. In realtà a vincere è stata l’Unione europea, ma sono stati i tedeschi a stabilire la strategia. Tecnicamente, il problema è stato rimandato di quattro mesi prolungando il piano di aiuti già esistente, ma l’aspetto cruciale emerso negli ultimi giorni è che i greci non possono vincere, né ora né in futuro. Leggi
La sinistra europea continua la sua campagna per una politica di investimenti e stimoli alla crescita. Leggi
I governi nazionali hanno finalmente capito che è indispensabile abbinare gli sforzi per il risanamento a iniziative per stimolare la crescita. Leggi
La seconda parte del diario dal festival di Trento. Leggi
L’ostilità verso il progetto europeo nasce dalla disinformazione e dalla debolezza politica del vecchio continente. Leggi
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