Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, 16 ottobre 2023. (Ibraheem Abu Mustafa, Reuters/Contrasto)

Più di un milione di persone sono fuggite dal nord della Striscia di Gaza, dove Israele continua a mobilitare le truppe in vista di un’imminente offensiva di terra.

La guerra tra Israele e Hamas è cominciata il 7 ottobre con un attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano. Secondo le autorità israeliane, in Israele sono state uccise più di 1.400 persone, in grande maggioranza civili. I raid israeliani hanno invece causato circa 2.750 vittime nella Striscia di Gaza, tra cui centinaia di bambini, secondo le autorità locali.

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken dovrebbe arrivare in Israele il 16 ottobre per una seconda visita in meno di una settimana, dopo essere stato in alcuni paesi arabi.

Il 15 ottobre l’aviazione israeliana ha bombardato senza sosta obiettivi nella Striscia di Gaza, mentre i miliziani di Hamas hanno continuato a lanciare razzi verso Israele.

L’esercito israeliano ha effettuato decine di attacchi contro i quartieri Tal al Hawa e Sheikh Radwan nella città di Gaza, oltre a colpire Khan Yunis, Rafah e il campo profughi di Nuseirat.

I vertici militari hanno confermato che è in preparazione la “prossima fase” dell’operazione contro Hamas, responsabile dell’attacco più sanguinoso dalla nascita di Israele, affermando di essere in attesa del “via libera politico”.

La prospettiva di un’offensiva di terra preoccupa la comunità internazionale, che teme che il conflitto possa allargarsi.

Blinken al Cairo

Al Cairo, in Egitto, Blinken ha dichiarato che gli alleati arabi degli Stati Uniti non vogliono che il conflitto si allarghi. Blinken è stato anche a Riyadh, in Arabia Saudita. “Nessuno deve gettare benzina sul fuoco”, ha dichiarato il segretario di stato.

Nel corso di un’intervista alla Cbs, il presidente statunitense Joe Biden ha avvertito che una nuova occupazione israeliana della Striscia di Gaza sarebbe un “grave errore”.

Israele ha occupato la Striscia di Gaza dal 1967 al 2005.

Gli Stati Uniti hanno anche invitato l’Iran, alleato di Hamas e di Hezbollah in Libano, a non alimentare il conflitto.

Teheran ha però avvertito che se Israele invade la Striscia di Gaza “nessuno può garantire il controllo della situazione”.

La tensione sta aumentando pericolosamente anche al confine tra Libano e Israele, dove si moltiplicano gli scontri tra Hezbollah e l’esercito israeliano.

Il 15 ottobre un civile israeliano è stato ucciso da un missile di Hezbollah a Shtula, nel nord d’Israele. L’esercito israeliano ha reagito colpendo alcune infrastrutture militari del movimento sciita nel sud del Libano.

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che Israele non vuole una guerra al confine con il Libano, ma che “se Hezbollah sceglie la strada della violenza pagherà un prezzo molto alto”.

Forniture idriche

Secondo le autorità israeliane, 199 persone sono state rapite da Hamas. Il movimento palestinese, considerato un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dall’Unione europea, ha affermato che ventidue ostaggi sono rimasti uccisi nei raid israeliani.

Il 15 ottobre l’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso un terzo comandante militare di Hamas, responsabile dell’attacco del 7 ottobre.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha paragonato la fuga degli abitanti della Striscia di Gaza all’esodo di circa 760mila palestinesi al momento della nascita dello stato d’Israele nel 1948.

A Gaza è in corso una “catastrofe umanitaria senza precedenti”, ha affermato l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi.

“Negli ultimi otto giorni neanche una goccia d’acqua, un chicco di grano o un litro di carburante sono stati fatti entrare nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato Philippe Lazzarini, direttore dell’Unrwa.

La coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Lynn Hastings, ha contestato la decisione d’Israele di “condizionare la ripresa degli aiuti umanitari al rilascio degli ostaggi”.

“Il governo israeliano ha detto di voler distruggere Hamas, ma sta distruggendo la Striscia di Gaza”, ha aggiunto.

Le forniture idriche sono però riprese il 15 ottobre in alcune località della parte sud del territorio palestinese.

Al valico di frontiera di Rafah, tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, gli aiuti umanitari stanno affluendo da vari paesi, ma rimangono per il momento bloccati. L’unico valico tra la Striscia e il mondo esterno che non sia sotto il controllo d’Israele rimane chiuso dopo essere stato bombardato ripetutamente dall’aviazione israeliana.