La principale agenzia umanitaria delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza ha avvertito che dovrà interrompere le operazioni entro oggi, perché sta esaurendo il carburante, mentre Hamas ha dichiarato che gli attacchi israeliani della notte hanno ucciso almeno ottanta persone.
L’allarme per la crisi umanitaria a Gaza aumenta di ora in ora: un medico ha dichiarato di essere stato costretto a eseguire interventi di emergenza sui feriti senza anestesia, tre presidi medici sono stati chiusi a causa della mancanza di elettricità.
Israele ha bloccato i rifornimenti di acqua, cibo e beni di prima necessità a Gaza: dall’inizio della guerra sono entrati meno di settanta camion di aiuti umanitari. “Una goccia di aiuti in un oceano di necessità”, ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
Dall’inizio della guerra, sono morti 1.400 israeliani, secondo le autorità. Mentre i bombardamenti israeliani hanno ucciso più di 5.800 persone a Gaza, secondo le autorità sanitarie controllate da Hamas.
Intanto ci sono state polemiche alle Nazioni Unite, dopo che il segretario generale Guterres ha denunciato le “sofferenze epiche” di Gaza e la “punizione collettiva” dei suoi 2,4 milioni di abitanti, suscitando una reazione furiosa da parte di Israele.
“In che mondo vive?”, ha risposto il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen, che ha raccontato la strage di civili del 7 ottobre, commessa da Hamas in territorio israeliano, l’attacco più letale della storia di Israele. L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha invitato Guterres a dimettersi, scrivendo su X (ex Twitter) che il capo delle Nazioni Unite ha “espresso comprensione per il terrorismo”.
Il segretario di stato americano Antony Blinken ha dichiarato che “cibo, acqua, medicine e altra assistenza umanitaria essenziale devono poter entrare a Gaza” e che “devono essere presi in considerazione dei cessate il fuoco per permettere agli aiuti di essere distribuiti”.
Nel 19° giorno di attacchi aerei israeliani e di un assedio quasi totale di Gaza, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha avvertito che non riesce più a operare e a portare aiuto.
“Se non otterremo urgentemente il carburante, saremo costretti a interrompere le nostre operazioni nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato l’agenzia che fornisce aiuti a 600mila sfollati a Gaza, dove molte famiglie hanno dormito all’aperto. Israele si è rifiutato di consentire l’ingresso di carburante a Gaza, temendo che Hamas lo usi per armi ed esplosivi e accusando il gruppo di accumulare scorte in grandi serbatoi.
Le organizzazioni umanitarie hanno avvertito che altre persone moriranno se le attrezzature mediche, gli impianti di desalinizzazione dell’acqua e le ambulanze smetteranno di funzionare a Gaza, dove l’unica centrale elettrica è andata fuori uso settimane fa.
I pazienti vengono già curati sui pavimenti degli ospedali, sopraffatti da migliaia di feriti dai bombardamenti. La Croce rossa ha avvertito che gli ospedali, una volta che i generatori smettono di funzionare, “si trasformano in obitori”.
“Abbiamo eseguito diversi interventi chirurgici sui feriti senza anestesia”, ha dichiarato Ahmad Abdul Hadi, un chirurgo ortopedico che lavora al pronto soccorso dell’ospedale Nasser di Khan Yunis. “È dura e dolorosa, ma con la mancanza di risorse, cosa possiamo fare?”.
Le agenzie umanitarie riferiscono che i rifugi e le tendopoli d’emergenza sono affollati, perché gli sfollati sono 1,4 milioni, più della metà della popolazione della striscia costiera lunga quaranta chilometri.
Amine Abu Jazar, uno sfollato di Rafah, ha raccontato che “a mezzanotte, mentre stavamo dormendo, abbiamo sentito improvvisamente delle schegge e delle pietre cadere su di noi. Questa è una tragedia. Non c’è nemmeno l’elettricità per vedere chi è morto e chi è ferito”.
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