Il 22 gennaio i macchinisti tedeschi hanno indetto uno sciopero di sei giorni, che sarà il più lungo nella loro disputa con l’azienda ferroviaria statale Deutsche Bahn (Db), ha annunciato il sindacato Gdl.
“La Db continua a rifiutare il confronto con i lavoratori”, ha affermato il sindacato in un comunicato. L’azienda ha reagito accusando il sindacato di “agire in modo irresponsabile”.
I macchinisti dei treni passeggeri incroceranno le braccia a partire dalle 2 del 24 gennaio, mentre quelli dei treni merci lo faranno a partire dalle 18 del 23 gennaio. Lo sciopero si concluderà alle 18 del 29 gennaio.
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I lavoratori delle ferrovie tedesche avevano già scioperato alla fine del 2023 e per tre giorni di fila all’inizio di gennaio, paralizzando il traffico ferroviario in tutto il paese.
In particolare le interruzioni del trasporto merci hanno un costo elevato per l’economia tedesca, già in difficoltà.
Il sindacato Gdl, che rappresenta circa diecimila dipendenti della Db, chiede aumenti salariali per compensare l’inflazione e una settimana lavorativa di trentacinque ore su quattro giorni.
L’azienda, che aveva già proposto aumenti salariali dell’11 per cento e un bonus per l’inflazione, ha presentato la settimana scorsa una nuova offerta che prevede una riduzione dell’orario di lavoro a trentasette ore settimanali a partire dal 2026.
“La Db punta a un accordo di compromesso, mentre il sindacato sta cercando lo scontro”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda.
In Germania nell’ultimo anno si sono moltiplicati gli scioperi in vari settori, in un momento in cui l’inflazione sta erodendo il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti. Le tensioni sociali stanno mettendo in difficoltà il governo di coalizione guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz, che è sempre più impopolare.
Nel 2023 la Db era entrata in conflitto con il sindacato Evg, che rappresenta gli altri lavoratori del settore ferroviario (circa 180mila persone). Alla fine di agosto è stato raggiunto un accordo.