Khan Yunis, Striscia di Gaza, 11 giugno 2024. (Eyad Baba, Afp)

L’11 giugno Hamas ha dato la sua risposta ufficiale a un piano per una tregua nella Striscia di Gaza che aveva ottenuto il sostegno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I dettagli della risposta non sono stati resi noti, ma secondo alcune fonti il gruppo palestinese ha proposto alcune modifiche, che il governo statunitense sta esaminando.

Nel corso della giornata alcuni mezzi d’informazione israeliani e il sito statunitense Axios hanno affermato che Hamas “ha respinto il piano”. Questo ha spinto un leader di Hamas, Izzat al Rishq, a rilasciare una breve dichiarazione in cui afferma che la risposta è stata “responsabile, seria e positiva”, e che “apre la strada a un accordo”.

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken, in visita in Medio Oriente, ha dichiarato che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “ha confermato il suo impegno a rispettare il piano”, che era stato annunciato il 31 maggio dal presidente statunitense Joe Biden.

Il 10 giugno il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato una risoluzione che esprimeva sostegno al piano.

Hamas aveva accolto con favore la risoluzione e si era impegnato a “cooperare con i mediatori per avviare dei negoziati indiretti sull’attuazione di questi princìpi”.

La prima fase del piano prevede un cessate il fuoco di sei settimane, accompagnato dal ritiro israeliano dalle aree densamente popolate della Striscia di Gaza e dal rilascio di alcuni ostaggi rapiti durante l’attacco di Hamas e di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

L’11 giugno, in una dichiarazione congiunta con la Jihad islamica, un altro gruppo armato palestinese, Hamas ha risposto ai mediatori del Qatar e dell’Egitto chiedendo un “arresto totale dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza”.

Secondo una fonte coinvolta nei negoziati, che ha chiesto di restare anonima, “Hamas ha chiesto delle modifiche al piano statunitense, e in particolare un calendario per un cessate il fuoco permanente e il ritiro totale delle truppe israeliane dalla Striscia”.

John Kirby, un portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno esaminando la risposta di Hamas, senza fornire ulteriori dettagli.

“Quest’orrore deve finire”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che l’11 giugno ha partecipato a una conferenza internazionale in Giordania il cui scopo è raccogliere finanziamenti per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

“È arrivato il momento di una tregua accompagnata dal rilascio incondizionato degli ostaggi”, ha aggiunto, invitando le parti “a cogliere l’opportunità offerta dal piano statunitense”.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 37.164 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato almeno 1.194 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.