Il 2 ottobre Israele e Iran si sono lanciati minacce reciproche dopo un grande attacco missilistico condotto da Teheran in Israele per vendicare la morte dei leader di Hezbollah e Hamas, mentre l’esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi in Libano.
“L’Iran ha commesso un grave errore e ne pagherà il prezzo”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo che il 1 ottobre Teheran ha lanciato circa 180 missili contro Israele.
“L’attacco è terminato”, ha affermato Teheran nella notte, aggiungendo che “il 90 per cento dei missili ha raggiunto l’obiettivo”.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Il capo di stato maggiore iraniano Mohammad Bagheri ha avvertito che l’Iran “colpirà ancora più forte prendendo di mira tutte le infrastrutture del paese” in caso di rappresaglia israeliana.
Secondo i mezzi d’informazione iraniani, per la prima volta l’Iran ha usato missili ipersonici.
L’esercito israeliano ha affermato che un gran numero di missili è stato intercettato dallo scudo antimissile, mentre il Pentagono ha riferito che anche navi statunitensi hanno contribuito alle operazioni d’intercettazione.
L’attacco ha causato due feriti in Israele, secondo i servizi di emergenza, e ha ucciso un palestinese nella Cisgiordania occupata.
Le sirene hanno suonato in tutto il paese e lo spazio aereo è stato chiuso. L’allarme è stato poi revocato circa un’ora dopo l’attacco.
I Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico iraniano, hanno affermato di aver colpito Israele per vendicare la morte del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, del leader di Hamas Ismail Haniyeh e di uno dei loro comandanti, Abbas Nilforoushan, ucciso con Nasrallah in Libano il 27 settembre.
Bagheri ha precisato che i missili hanno preso di mira “le tre principali basi aeree militari del regime sionista, il Mossad e altre due basi aeree, una delle quali usata per assassinare Nasrallah”.
“L’Iran ha esercitato il suo diritto all’autodifesa e ha agito dopo mesi di grande moderazione, il cui obiettivo era favorire una tregua nella Striscia di Gaza”, ha scritto sul social network X il ministro degli esteri iraniano Sayyid Abbas Araghchi.
“Gli Stati Uniti sostengono pienamente Israele”, ha affermato il 2 ottobre il presidente statunitense Joe Biden, aggiungendo che sono in corso delle consultazioni sulla risposta israeliana.
Il 2 ottobre è prevista una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell’allargamento del conflitto in Medio Oriente.
Intanto, secondo l’agenzia di stampa libanese Ani, il 2 ottobre l’aviazione israeliana ha bombardato nuovamente la periferia meridionale della capitale Beirut, roccaforte di Hezbollah.
L’esercito israeliano ha confermato di aver colpito obiettivi di Hezbollah nell’area e ha poi invitato i civili a lasciare immediatamente alcune località nel sud del Libano.
Hezbollah ha riferito di alcuni scontri con soldati israeliani che cercavano di entrare in Libano, il giorno dopo l’annuncio d’Israele di aver avviato un’offensiva di terra “limitata e localizzata”.
Il ministero della salute libanese ha affermato la sera del 1 ottobre che 55 persone sono rimaste uccise nelle ventiquattr’ore precedenti negli attacchi israeliani.
Secondo le autorità libanesi, dall’ottobre scorso 1.873 persone sono morte negli attacchi israeliani in Libano.