L’esercito israeliano ha annunciato che sta verificando se il capo di Hamas Yahya Sinwar è stato effettivamente “eliminato” durante un’operazione nella Striscia di Gaza, in quello che potrebbe essere un colpo decisivo per il movimento islamista palestinese.

Sinwar è considerato una delle menti dietro l’attacco senza precedenti compiuto da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre 2023, che ha scatenato la guerra nel territorio palestinese.

Sinwar, 61 anni, dirigente del movimento islamista palestinese a Gaza dal 2017, è stato nominato capo politico di Hamas all’inizio di agosto, dopo la morte di Ismail Haniyeh, ucciso a Teheran il 31 luglio in un attentato attribuito a Israele.

“Durante le operazioni dell’esercito nella Striscia di Gaza, tre terroristi sono stati eliminati”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato il 17 ottobre.

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Le forze armate israeliane stanno “verificando la possibilità che uno dei terroristi sia Yahya Sinwar”, aggiungendo che “in questa fase le identità non possono essere confermate”.

Una fonte della sicurezza israeliana ha dichiarato che è stato effettuato il test del dna su un cadavere per confermare se si tratta del leader di Hamas. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha scritto poco dopo sul social network X: “Raggiungeremo ogni terrorista e lo elimineremo”.

Queste dichiarazioni s’inseriscono in un contesto di escalation della guerra in Medio Oriente, mentre Israele sta colpendo le posizioni di Hezbollah in Libano dal 23 settembre. Il 17 ottobre gli attacchi hanno preso di mira diverse regioni del sud e dell’est del Libano, roccaforti di Hezbollah insieme alla periferia meridionale di Beirut, secondo le immagini dell’Afp e dell’agenzia di stampa ufficiale libanese.

In precedenza un attacco israeliano ha preso di mira un “deposito di armi” di Hezbollah a Latakia, in Siria, la roccaforte del presidente Bashar al Assad, ferendo due persone, secondo i media siriani e l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh).

Un edificio nel centro di Beirut che ospita il canale Al Jazeera e le ambasciate di Norvegia e Azerbaigian è stato evacuato il 17 ottobre in seguito a telefonate attribuite a Israele che invitavano la popolazione ad andarsene, ha dichiarato all’Afp una fonte della sicurezza libanese.

Nell’arco di quasi un mese, almeno 1.373 persone sono state uccise nel paese, secondo un conteggio dell’Afp basato su dati ufficiali. Le Nazioni Unite hanno contato quasi 700mila sfollati.

L’Iran, alleato del regime siriano, dei ribelli huthi, di Hezbollah e di Hamas, ha minacciato di attaccare Israele se colpirà obiettivi “in Iran o nella regione”, come ritorsione per l’attacco missilistico di Teheran in territorio israeliano del primo ottobre, al quale Israele ha giurato di rispondere.

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