Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front national (Fn, estrema destra), è morto in un ospedale di Garches, nel dipartimento Hauts-de-Seine, dopo alcune settimane di ricovero. Aveva 96 anni.
“Jean-Marie Le Pen, circondato dai familiari e dagli amici, è stato richiamato da Dio alle 12 del 7 gennaio”, ha affermato la famiglia in un comunicato.
“Prima come militare in Indocina e in Algeria, poi come tribuno del popolo all’assemblea nazionale e al parlamento europeo, Le Pen ha dedicato la sua vita alla Francia, difendendone l’identità e la sovranità”, ha dichiarato sul social network X Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national (Rn), l’ex Fn.
Al momento della morte la figlia Marine Le Pen, leader storica dell’Rn, stava tornando in Francia dal dipartimento d’oltremare francese di Mayotte, devastato a dicembre dal passaggio del ciclone Chido.
Jean-Marie Le Pen si era ritirato gradualmente dalla vita politica a partire dal 2011, quando la figlia aveva assunto la presidenza del partito.
Nel giugno scorso un rapporto medico aveva rilevato un “profondo deterioramento” delle sue condizioni di salute, che non gli ha permesso di partecipare al processo in cui era coinvolto, insieme ad altri esponenti del Front national, per l’uso improprio di fondi del parlamento europeo.
Il ballottaggio del 2002
Nell’aprile 2002, a 73 anni e alla sua quarta candidatura all’Eliseo, Le Pen era arrivato a sorpresa al secondo turno delle presidenziali, prima di essere sconfitto al ballottaggio dal suo nemico giurato Jacques Chirac (destra).
Dopo il matrimonio con Pierrette Lalanne, madre delle sue figlie Marie-Caroline, Yann e Marine, aveva sposato in seconde nozze Jany Le Pen.
Secondo Sébastien Chenu, vicepresidente dell’Rn, “è morto un grande patriota e visionario, che era l’incarnazione del coraggio”.
Jean-Luc Mélenchon, leader del partito La France insoumise (Lfi, sinistra radicale), ha dichiarato che “la lotta contro l’uomo è finita, ma non quella contro l’odio, il razzismo, l’islamofobia e l’antisemitismo che incarnava”.