Il 20 gennaio il presidente colombiano Gustavo Petro ha proclamato lo stato d’emergenza in seguito ai combattimenti tra gruppi ribelli in varie regioni del paese, che in meno di una settimana hanno causato più di cento morti e circa ventimila sfollati.
“Ho proclamato lo stato d’emergenza interna e lo stato d’emergenza economica”, ha affermato sul social network X, dando al governo il via libera per adottare misure straordinarie.
I combattimenti, legati principalmente al controllo delle coltivazioni di coca e delle rotte del narcotraffico, si sono verificati in tre aree diverse del paese: al confine con il Venezuela, nel sud amazzonico e nel nord.
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Secondo l’esercito colombiano, i combattimenti seguiti a un attacco condotto il 16 gennaio dall’Esercito di liberazione nazionale (Eln) contro i dissidenti del gruppo ribelle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) nella regione del Catatumbo (nordest), al confine con il Venezuela, hanno causato almeno ottanta morti e circa ventimila sfollati.
Nella regione, che si trova nel dipartimento di Norte de Santander, ci sono più di cinquantamila ettari di coltivazioni di coca.
Nel dipartimento amazzonico di Guaviare, nel sud del paese, gli scontri del 20 gennaio tra fazioni rivali di dissidenti delle Farc, che hanno respinto l’accordo di pace del 2016, hanno invece causato almeno venti morti.
“I corpi di venti persone sono stati portati all’obitorio di Villavicencio”, ha dichiarato all’Afp un funzionario del ministero della difesa.
Si sono scontrati i guerriglieri guidati da “Calarca”, che stanno negoziando la pace con il governo colombiano, e quelli guidati da “Iván Mordisco”, che vogliono continuare a combattere.
Infine, nel dipartimento di Bolívar, nel nord del paese, nove persone sono morte negli scontri tra l’Eln e il Clan del golfo, un cartello della droga.
Assistenza agli sfollati
Non sono stati invece segnalati combattimenti tra l’esercito e i vari gruppi ribelli. I circa cinquemila soldati inviati nella regione del Catatumbo si stanno occupando, almeno per ora, dell’assistenza agli sfollati.
Centinaia di persone sono fuggite in Venezuela, dove le autorità hanno organizzato l’accoglienza in due località.
Sul lato colombiano del confine, “più di 19.800 persone sono state accolte nei rifugi”, ha dichiarato alla stampa il generale Erik Rodríguez.
Il 17 gennaio Petro aveva annunciato la sospensione dei negoziati di pace con l’Eln.
“L’Eln si è reso colpevole di crimini di guerra nella regione del Catatumbo, dimostrando di non aver alcun interesse per la pace”, aveva affermato sul social network X.
Petro aveva avviato dei negoziati di pace con l’Eln alla fine del 2022, dopo essersi insediato come primo presidente di sinistra nella storia della Colombia.