Dušan Šarotar
Panorama. Narrazione sullo svolgersi degli eventi
Keller, 284 pagine, 17 euro

Gli italiani sembra ignorino tutto di un paese confinante (e bello) come la Slovenia e della sua capitale Lubiana, a cavallo tra Gorizia e Vienna. È da lì che viene uno scrittore vero, che ci ridà il piacere di una lettura esigente e intelligente che volutamente rimanda a certi maestri del secondo dopoguerra, in particolare Danilo Kiš e W.G. Sebald, due grandissimi e dolenti e vicini eredi dei Kafka e dei Joyce. Come Kiš, Šarotar ha forti radici che però non lo intralciano nella ricerca di un proprio sentiero di conoscenza e di riflessione, e di autonomi modi di narrazione. Il suo viaggio parte dell’Irlanda e da un’Europa che ha ancora presenti i disastri della guerra e incontra verso l’Adriatico gli esiti di nuove guerre e violenze. Nuove persone e nuovi luoghi che l’autore documenta (come Sebald) con l’aiuto di fotografie, evocative nella loro calda immediatezza e che sembrano attestare quel che l’autore vede così come quel che l’autore pensa. E i tanti incontri con persone le cui radici si sono perse o confuse, tra esili e sconfitte, con gli incerti migranti di odissee singolari e di massa, rimandano a un oggi di sopravvivenze difficili e senza collettivi entusiasmi, dove l’errare è ricordo e ricerca di come sia ancora possibile dare un senso alla propria esperienza, alle comuni storie toccate dalla grande storia, pur sempre nemica.

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Questo articolo è uscito sul numero 1417 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati