Ci sono storie che emozionano a ogni età, a ogni latitudine. È il caso di Capelli, lacrime e zanzare di Namwali Serpell, scrittrice zambiana che insegna ad Harvard. Serpell crea una storia che ha il respiro della grande avventura, un respiro epico, fantasioso e immaginifico. Il romanzo è anche difficile da riassumere. Un romanzo dalle mille storie, dai mille rivoli. Ci porta dal passato coloniale dritto verso un futuro di pianeti e galassie. Un romanzo intimo e collettivo, intelligente e raffinato. Il libro prende le mosse nel 1904 sulle rive del fiume Zambesi. Non un luogo a caso, ma il posto dove sorgono le cascate che i coloni chiamarono Vittoria, in onore di un impero che ha portato nel mondo solo danni, quello del Regno Unito. All’inizio del libro troviamo il primo di una lunga serie di protagonisti di cui facciamo la conoscenza: Percy M. Clark. Sarà lui ad accendere il fuoco di una storia lunghissima. Attraverso il caso, e grazie a questo strano antenato bianco, i destini di tre famiglie (una nera, una bianca, una creola) s’intrecciano. Troveremo tante cose: astronauti africani, vaccini, battaglie politiche, amori romantici, lotte anticoloniali, confini contesi, paura dell’ignoto e tante tante zanzare. Un romanzo storico da non perdere.
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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati