“Siciliano, vedovo, giudice costituzionale, ex ministro indisciplinato della Democrazia cristiana, fratello di un presidente della regione Sicilia ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980, il nuovo presidente della repubblica sembra sulla carta meritare tutti gli onori”, scrive Philippe Ridet, corrispondente del quotidiano francese Le Monde, a proposito di Sergio Mattarella.
Anche per Giulia Segreti e James Politi del Financial Times Sergio Mattarella è soprattutto “un nemico della mafia”: “Non aveva molte ambizioni politiche da giovane e sembrava essere destinato a diventare un uomo di legge, ma dal momento in cui suo fratello Piersanti è stato ucciso dalla mafia, Mattarella si è dedicato alla politica”.
Per il Financial Times “Mattarella è l’opposto di Matteo Renzi. È introverso e austero, difficilmente fa delle apparizioni pubbliche o parla in tv. Rappresenta la vecchia guardia della classe politica italiana. Ma Renzi e Mattarella hanno due cose in comune: sono cattolici e moderati”.
“Si dice spesso che le qualità che un presidente italiano deve avere sono quattro: una profonda conoscenza della politica nazionale, una comprensione profonda della costituzione, una posizione internazionale e l’empatia con l’opinione pubblica. Ecco Mattarella riempie le prime due caselle in maniera più che adeguata”, scrive Paddy Agnew su The Irish Times.
Per la giornalista statunitense Patricia Thomas di Associated Press, Mattarella dovrà essere all’altezza del suo predecessore che è stato molto amato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama: “Ci sono sempre stati rapporti abbastanza stretti in particolare tra Giorgio Napolitano e Barack Obama. Diciamo che Obama ha sempre fatto capire che per lui Napolitano era l’ideale, era molto interessato al rapporto con gli Stati Uniti e ai paesi del patto atlantico”.
Secondo la giornalista francese Mathilde Auvillain, l’elezione di Sergio Mattarella “senza sorprese e senza psicodrammi è un segnale positivo che mostra un’evoluzione nel panorama politico italiano”.
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