Consigli non richiesti al nuovo segretario del Partito democratico, Enrico Letta, da dieci giornalisti e corrispondenti stranieri.
Pauline Valkenet, del quotidiano olandese Trouw: “Fare in modo che molte più donne riescano a lavorare, dare congedi più lunghi ai padri e far fare più figli agli italiani: la bassa natalità è un problema cronico e grave che frena la crescita del paese”.
David Broder, storico inglese, della rivista statunitense Jacobin: “Essere dalla parte di chi non arriva a fine mese e insistere seriamente su un progetto di salario minimo”.
Luka Lisjak, direttore della rivista slovena Razpotja: “Trovarsi un successore per traghettare i democratici verso una leadership più al passo con i tempi e preparare le basi di un rafforzamento del partito”.
Michael Braun, del quotidiano tedesco Tageszeitung: “Abolire le primarie”.
Rachel Donadio, del mensile statunitense The Atlantic: “Rendere le donne una parte fondamentale della leadership e della struttura di potere del partito. Innovare. Capire bene i social network. Dare spazio ai giovani e non considerarli una minaccia”.
Ismail Einashe, giornalista somalo-britannico che collabora con la Bbc: “Mettere in cima alle priorità la situazione migratoria nel paese, che è a un punto di rottura. E sostenere gli sforzi di chi cerca di affrontare la storia coloniale dell’Italia”.
Jérôme Gautheret, del quotidiano francese Le Monde: “Trovare il modo di parlare al popolo del sud”.
Irene Savio, del settimanale messicano Proceso: “Ius culturae. Donne. Giovani. Equità sociale. Guardare all’Africa, all’America Latina. Avere coraggio. Molto coraggio. Osare”.
Dana Domsodi, collaboratrice della rivista romena Sinteza: “Sopravvivere al proprio partito e spostarlo a sinistra”.
Tadashi Tsumura, dell’agenzia di stampa giapponese Kyodo: “Puntare sulla difesa dell’ambiente e sull’immigrazione, ma per il momento prima di tutto affrontare la crisi nazionale dovuta al coronavirus”.
Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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