David Gauntlett, La società dei Makers
Marsilio, 318 pagine, 16,50 euro
Secondo David Gauntlett, la tecnologia e il web offrono nuove possibilità per realizzarsi ed essere felici. Fino a poco tempo fa tutta la produzione passava per la grande industria o per un artigianato distribuito solo localmente.
Oggi chiunque realizzi con le sue mani qualcosa (una collanina, un visore in tre dimensioni, un film o un programma informatico) può farlo conoscere a tutto il mondo. Inaspettatamente questo sviluppo rilancia il programma di incentivazione alla creatività individuale immaginato alla fine dell’ottocento da John Ruskin e William Morris, secondo i quali creare qualcosa di originale, lasciare una traccia materiale di sé, era una parte essenziale della felicità umana.
Ripresa negli anni settanta da Ivan Illich e riecheggiata nelle considerazioni di Richard Sennet sull’
Uomo artigiano, oggi questa utopia è rilanciata da Gauntlett, il quale tuttavia sa bene che non tutte le ultime novità tecnologiche sono in grado di liberarci. Spesso, ciò che viene presentato agli utenti come un mezzo per esprimere la propria creatività è in realtà un modo per ingabbiarla in binari preordinati, per controllarla e dotarla di un prezzo.
Di fronte a questi rischi e a queste opportunità il libro offre riflessioni utili per scegliere quali tecnologie adottare e quali sviluppare per renderci meno uniformi e più umani, distinguendo il profitto dei pochi dal benessere di molti, il Mercato dal mercatino.
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