Se esisteva ancora il minimo dubbio sull’ostilità dell’amministrazione Trump nei confronti dell’Europa, ecco due nuovi esempi eloquenti che dovrebbero spazzare via tutte le illusioni.
Il più stravagante è stato raccontato il 24 marzo da Jeffrey Goldberg, direttore del giornale statunitense The Atlantic. Goldberg è stato aggiunto per sbaglio in una chat collettiva sull’app di messaggistica Signal. Del gruppo facevano parte anche il vicepresidente JD Vance, il segretario alla difesa Pete Hegseth e altri funzionari di spicco dell’amministrazione statunitense. Il tema della discussione era un attacco contro gli huthi nello Yemen, condotto poi il 15 marzo.
La leggerezza con cui è stata affrontata la sicurezza delle comunicazioni a questo livello è di per sé stupefacente, ma il racconto dell’Atlantic contiene anche alcuni indizi sul modo in cui la squadra di Trump parla dell’Europa. Per la classe dirigente degli Stati Uniti il continente è un covo di “approfittatori”, che bisogna costringere a pagare.
L’idea non è nuova. Washington rimprovera da tempo agli europei di non partecipare adeguatamente alle spese per la difesa del continente. Il 22 marzo Donald Trump ha ripetuto per l’ennesima volta che senza gli Stati Uniti la Nato “non vale niente”, e non è del tutto falso.
Ma torniamo al punto, ossia al dialogo di cui Goldberg è stato testimone involontario. Durante la conversazione il capo del Pentagono ha spiegato che sono in corso alcuni calcoli per presentare all’Europa “la fattura” per l’attacco contro gli huthi, visto che gli europei beneficeranno della libertà di navigazione nella regione. Il vicepresidente ha approvato l’idea, sottolineando di non aver alcuna voglia “di pagare per l’Europa un’altra volta”. Subito è arrivata la risposta del segretario alla difesa: “Condivido il vostro disprezzo per gli approfittatori europei. È una cosa patetica”.
Per decenni l’Unione si è affidata a Washington per la sua difesa, ma a quanto pare oggi suscita solo il “disprezzo” dei nuovi leader degli Stati Uniti. Il risveglio europeo in corso è assolutamente necessario, ma non sembra impressionare più di tanto la Casa Bianca.
Il secondo esempio è un nuovo colpo di scena sulla Groenlandia, territorio artico appartenente alla Danimarca su cui Trump vorrebbe mettere le mani. La moglie del vicepresidente statunitense, Usha Vance, e il consulente per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, hanno annunciato che in settimana visiteranno l’isola, senza che nessuno li abbia invitati.
La notizia è stata accompagnata da vari commenti sul fatto che la Groenlandia sarà statunitense, “in un modo o nell’altro”. Un’affermazione che il governo locale ha definito molto “aggressiva”.
Questa minaccia coinvolge ancora una volta un alleato europeo degli Stati Uniti, la Danimarca, che vive quanto sta succedendo come un dramma nazionale.
Trump si comporta in modo brutale con gli alleati, dalla Danimarca al Canada. Allo stesso tempo, in occasione dell’apertura dei negoziati sull’Ucraina a Riyadh, in Arabia Saudita, il suo inviato speciale Steve Witkoff ha speso solo parole gentili per il presidente russo Vladimir Putin.
Gli europei stanno vivendo una sorta di “separazione amorosa” e scoprono la portata dell’ostilità degli Stati Uniti. Ma come succede in amore, anche in questo caso c’è vita dopo la rottura. L’importante è non sprecare l’occasione.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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