Sommario

I soldi sporchi delle banche

I miliardi di dollari del narcotraffico fanno comodo alle banche in crisi. Un’inchiesta di Ed Vulliamy

894 (22/28 aprile 2011)
894 (22/28 aprile 2011)

In copertina

I paradisi dei soldi sporchi

Gli Stati Uniti sono l’esempio più evidente, ma sul palcoscenico offshore il vero protagonista è Londra

Bidoni di antrace

Critical Art Ensemble, Lo spettro della peste Leggi

Ritratti

Michael Ignatieff. Vocazione politica

È uno dei più influenti intellettuali canadesi: storico, scrittore, star della tv. Ma ora affronta la sfida più difficile: riportare al potere il partito liberale

Portfolio

Statue intoccabili

Nello stato dell’Uttar Pradesh si moltiplicano i parchi che celebrano i leader dalit, la casta più bassa della società indiana. Il reportage di Eivind H. Natvig

Libri

L’eredità di Günter Grass

In mancanza di grandi romanzieri, i lettori tedeschi si rifugiano in saggi ironici e molto leggeri

Pop

Il muro del suono

L’avanguardia musicale giapponese

In copertina

La banca dei narcos

Da anni i narcotrafficanti messicani riciclano miliardi di dollari insanguinati attraverso una banca statunitense. L’istituto aveva bisogno di contanti per uscire dalla crisi economica. E se l’è cavata solo con una multa. L’inchiesta dell’Observer

Norvegia

Il metodo norvegese

Dopo dieci anni di discussioni Oslo ha varato una riforma della previdenza che alza l’età pensionabile. Il dialogo tra le parti sociali ha permesso di evitare i duri scontri che si vedono spesso in altri paesi

Mal di denti contagioso

Le carie possono essere contagiose? Leggi

Graphic journalism

Cartoline dal Giappone

Europa

Putin e Medvedev verso la rottura

A un anno dalle elezioni del 2012, la convivenza tra i due leader russi sembra entrata in crisi. Entrambi puntano al Cremlino. Ma nei loro progetti non c’è traccia di democrazia

Economia

Il lato oscuro della finanza cinese

Per frenare l’inflazione, Pechino ha imposto alle banche severe restrizioni sul credito. Ma gli istituti aggirano i controlli attraverso una rete parallela di prestiti alle imprese private

Opinioni

L’inviato senza notizie

Attualità

Intrigo mediorientale

Cosa c’è di meglio di una nuova guerra contro Israele per distogliere l’attenzione degli arabi dalla rivoluzione? L’analisi di Robert Fisk.

La rabbia di Gaza per la morte di Arrigoni

La società palestinese è divisa tra un passato di violenze e un futuro da dedicare alla ricostruzione. Leggi

Editoriali

L’omicidio di Vittorio Arrigoni

L’omicidio del militante filopalestinese Vittorio Arrigoni da parte di un gruppo salafita è tragico, insensato e vergognoso.

30.000 migranti

L’Italia accoglie un rifugiato ogni mille abitanti, la Germania più di sette, la Gran Bretagna quasi cinque. Leggi

Bene

Nei film di Nanni Moretti ci sono spesso dei giornalisti. Di solito sono cialtroni e impreparati. Però sono anche all’origine di alcune delle battute più famose. Per esempio: “Chi parla male pensa male e vive male”, detta dal protagonista di Palombella rossa all’intervistatrice che usa l’espressione “trend negativo”. Anche in Habemus papam ci sono un paio di giornalisti. Uno si ostina a fare domande ai cardinali che stanno per riunirsi in conclave, e non ricevendo risposte alla fine chiede se almeno può fare “un totalino della Cappella Sistina”. Poi c’è un esperto, ospite di un programma tv. Non è un giornalista, ma “gli esperti” sono diventati una delle figure di riferimento dell’informazione, soprattutto televisiva. A un certo punto l’esperto non sa che dire e crolla: affranto, in diretta, ammette che sta improvvisando. Habemus papam è un film notevole perché racconta anche quanto sia importante fare le cose bene, come ultima linea di resistenza. E sapere che quando si rischia di farle male è meglio rinunciare. Leggi

Africa e Medio Oriente

Commercianti e militari contro Compaoré

Le manifestazioni che si diffondono in Burkina Faso sono un sintomo della grande povertà della popolazione, che non è in grado di fare fronte agli aumenti dei prezzi

Asia e Pacifico

Minamisoma, la città simbolo della catastrofe

Colpita dal terremoto e dallo tsunami l’11 marzo, oggi la città costiera del Tohoku è minacciata dalla crisi nucleare. Intanto sulla Tepco piovono le richieste di risarcimento

Follia iconoclasta

Non finiremo mai con gli iconoclasti, con i roghi, con l’intolleranza, con la stupidità e con la violenza contro la creazione artistica. Almeno così sembra. Leggi

Scienza

Malati di felicità

Il sistema immunitario e quello nervoso non sono due mondi completamente separati. Le infezioni possono influenzare l’umore, la memoria e la capacità di apprendimento. L’inchiesta di New Scientist

Americhe

La posta in gioco nella battaglia sul budget

l dibattito in corso al congresso non riguarda solo la politica economica. È uno scontro ideologico che potrebbe ridimensionare il ruolo del governo nel paese

Vive la France!

La grande rilevazione sociale delle proposte per la scuola francese, fatta nel 2006, era e resta un lavoro esemplare. Leggi

Visti dagli altri

La soluzione italiana alla crisi del debito

Nonostante i debiti, l’Italia non è stata attaccata dai mercati. Che apprezzano la prudenza dei suoi risparmiatori, ma potrebbero perdere la pazienza con i suoi politici

Tecnologia

La rivolta dei blog

I blogger ospitati sui grandi siti d’informazione, come l’Huffington Post negli Stati Uniti, in cambio dei loro articoli ricevono solo visibilità. Ma ora non vogliono più scrivere gratis.

Max de che

1. Mother Mother, Baby don’t dance

Le vocine fanno “oooh!” e ci sono i sintetizzatori e la drum machine e la chitarrina acustica, il ritmo è sostenuto, e c’è il ritornello, e in tutte le transizioni tra una strofa e l’altra, una variante; insomma, power pop anni ottanta si direbbe, ma è uscito giusto l’altroieri, questo Eureka della indie band più radiofonica di Vancouver, tutto molto semplice ed energetico a prima vista ma composto con astuzia, come degli Stone Temple Pilots rivisitati dagli Abba. Ryan Guldemond, che qui compone, suona e canta di tutto, è un talento da ricordare.

2. Architecture in Helsinki, That beep

Diciamoci la verità, una volta che hai trovato un nome fico per la band il più è fatto. La gente ti citerà con compiacimento, masticando con voluttà questo nome così Monocle. E poi sono australiani, di Melbourne, molto Animal Kingdom, molto zeitgeist. Roba di adesso, e hai sentito il nuovo album, Moment bends. Tutto rimbalzi pop, un morbidone, un calippo calypso buono per il pilates, o per ricominciare a correre con addosso la felpa vintage. Musica per sentirsi in forma, divertirsi, e in linea con i tempi. Non è poco.

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  1. Max Pezzali, *Il tempo vola***

Ma dove le pensi? Questa batteriola elettronica, molto “born to be alive”, eh? Cavoli Max. Ti rendi conto, ultraquarantenni. A parlare di terze piene e di Porsche Carrera. Però, Max, chi dice ancora “un’altra notte in disco”? Vabbè che perfino Edmondo Berselli aveva un debole per te. Ma che ci stiamo a raccontare, Max? Lo sai che ti stimo. E Terraferma l’ho ascoltato, e non so come dirtelo. Parliamoci uno di questi giorni, Max. Voltiamo pagina. Mi ci metto anch’io, che ci faccio qui, ultraquarantenne, ad ascoltare ‘ste robe. Baby, beep, ma de che.

Internazionale, numero 894, 22 aprile 2011 Leggi

Viaggi

Il Kenya sostenibile

Un safari nella Naboisho Conservancy. La riserva creata nel 2010 da un norvegese e dai masai per aiutare la popolazione locale

Visti dagli altri

L’Europa finisce a Ventimiglia

Ogni giorno nella città italiana arrivano decine di migranti. Vorrebbero andare in Francia, ma sono bloccati in un limbo che è il simbolo dei contrasti nell’Unione europea

Corea del Nord

I nuovi reporter di Pyongyang

Negli ultimi anni il flusso di informazioni che entrano ed escono dal paese più isolato del mondo è aumentato. Grazie alla diffusione di strumenti tecnologici provenienti dalla Cina e alla nascita di organizzazioni specializzate

Scienza

L’acqua radioattiva di Fukushima

La contaminazione dell’acqua del mare intorno all’impianto giapponese è preoccupante. Ma è anche un’opportunità unica per studiare la resistenza della vita marina

La linea rossa della loro paura

Raúl Castro è stato al potere quasi cinquant’anni e da quattro guida Cuba. Ora ci ha comunicato con un atto di estrema generosità che forse uscirà di scena nel lontano 2018. Leggi

Un antidoto per la morte

Mario Desiati, Ternitti Leggi

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