Dopo Gheddafi. La morte del dittatore libico nei commenti di Robert Fisk, David Rieff, Hisham Matar. Con le prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Sono 67 le aziende che hanno usato la norma del decreto legge “incentivi” grazie alla quale è possibile chiudere rapidamente le controversie tributarie pendenti da più di dieci anni. Leggi
Il Kenya è la culla tecnologica del continente africano. Da lì è partita una rivoluzione che sta cambiando la vita di milioni di persone. L’inchiesta di Time.
Indebolita sul piano militare e abbandonata dai partiti della sinistra nazionalista, l’Eta ha proclamato la fine della lotta armata. Dopo quarant’anni di violenza e più di 800 omicidi.
In Kenya l’intervento militare contro i guerriglieri islamisti di Al Shabaab suscita dubbi e preoccupazioni. Difficilmente riuscirà a riportare la pace nella regione del corno d’Africa.
Dal 4 novembre il Guggenheim di New York ospita una insolita retrospettiva delle opere di Maurizio Cattelan.
“Non c’è bisogno che tutti gli articoli siano di 1.800 parole.” Leggi
I progressi delle neuroscienze mettono in discussione la volontarietà degli atti criminali collegandoli alla nostra biologia e ai disturbi mentali. E il sistema giudiziario degli Stati Uniti comincia a interrogarsi sulla colpa e il libero arbitrio.
Il 23 ottobre la presidente dell’Argentina ha ottenuto una vittoria elettorale schiacciante: quasi il 54 per cento dei voti. Un risultato che le dà enormi margini di manovra.
Surkov era convinto di essere troppo intelligente per credere all’assetto sociale e politico del paese. Come credere a qualcosa quando intorno a te tutto cambia così in fretta?
Chris Hann e Keith Hart, Antropologia economica Leggi
La crisi della moneta unica rischia di travolgere l’intero progetto europeo. Servono decisioni coraggiose. Soprattutto a Parigi e a Berlino.
La scoperta di giacimenti di gas nelle acque di Israele rischia di destabilizzare ancora di più la regione. Creando tensioni tra i paesi dell’area che si affacciano sul Mediterraneo.
Ernst Wiechert, Missa sine nomine Leggi
Per molti anni i giornalisti stranieri sono stati costretti a prendere sul serio le minacce libiche, ricorda Robert Fisk.
La Cina controlla le sorgenti dei principali fiumi asiatici ma rifiuta di condividere la gestione dei corsi d’acqua con i paesi vicini. Acquistando così sempre più potere nella regione.
Oggi il movimento di protesta è globale perché non c’è una leadership o un’ideologia unica e perché internet è una piattaforma flessibile per diffondere idee, iniziative e azioni. Leggi
Per assicurare la ripresa dell’economia mondiale i governi devono favorire una globalizzazione più equilibrata. Altrimenti si rischia il ritorno del protezionismo e delle guerre commerciali.
La primavera araba è una reazione, potente ed esemplare, non solo all’epoca dei tiranni ma anche a quel che rimane dell’influenza imperiale, scrive Hisham Matar.
La ricerca sui sistemi complessi che si occupa dei fenomeni naturali è stata applicata all’economia globale. Emerge una rete fitta, con poche società che controllano tutto il mercato.
L’Express
Mendosa e Yeasound, 99 Posse, Noel Gallagher’s High Flying Birds Leggi
Per scoprire com’è fatto un ghiacciaio bisogna calarsi in un canale buio. Oltre ai ramponi, serve coraggio. In Alaska, nel Matanuska.
Di Golo.
Dall’inquisizione alle moderne teorie sulle reti organizzate
“La scuola esiste per insegnare che Beethoven non può appartenere solo alle classi dominanti”. Leggi
Teologo, insegnante, imprenditore. È a capo della squadra di stabilizzazione del governo di transizione e giocherà un ruolo importante nel futuro della Libia.
I primi titoli di prestito furono emessi in Italia nel trecento. Da allora il debito non ha fatto che aumentare. Ed è anche per questo che molti continuano a essere ottimisti.
Le Monde
Nel 1969 guidò il golpe contro il re della Libia. Poi si trasformò in un dittatore feroce e narcisista. Che usava la sua ideologia visionaria per restare al potere. Storia del rais che riuscì a essere nemico degli Stati Uniti e partner dell’Europa.
“Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: ‘Tenete indietro la folla!’. Poi andai al Cln e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra”. Sandro Pertini intervistato da Oriana Fallaci per L’Europeo, 27 dicembre 1973, in Intervista con il potere.
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