Il 17 settembre l’esercito maliano ha affermato che la situazione è tornata sotto controllo dopo che “un commando terrorista” ha attaccato un complesso della gendarmeria nella capitale Bamako. Leggi
L’organizzazione in difesa dei diritti umani Human rights watch (Hrw) ha pubblicato un nuovo rapporto in cui afferma che i jihadisti affiliati ad Al Qaeda e alcuni mercenari del gruppo Wagner hanno ucciso almeno 175 civili tra aprile e settembre 2023. Leggi
Più di quarant’anni di conflitti hanno reso l’Iraq uno dei paesi con il maggior numero di persone scomparse al mondo. La storia di due donne e della loro lotta per trovare le tracce dei familiari. Leggi
Nessuno è stato punito per aver fatto saltare nel 2001 le gigantesche statue buddiste della valle di Bamiyan, in Afghanistan. O per la distruzione dell’antica città di Palmira, in Siria. Oggi, Ahmed al Mahdi, che pure si dice pentito, sconterà una condanna per aver distrutto i monumenti religiosi di Timbuctù. Leggi
La notizia era stata data da Charles Lister su Foreign Policy all’inizio di maggio in un articolo che aveva suscitato una certa attenzione tra gli analisti mediorientali. Ora il New York Times sembra confermarla: la leadership di Al Qaeda avrebbe deciso di creare un emirato in Siria attraverso la sua filiale locale, il Fronte al nusra. Leggi
Qual è la situazione in Mali? L’attentato di Bamako è legato a quelli di Parigi? Chi c’è dietro l’attacco al Radisson hotel di Bamako? Quattro domande e quattro risposte. Leggi
Il jihadista più ricercato della Tunisia, Seifallah ben Hassine noto come Abu Ayad, sarebbe stato ucciso in Libia da un drone statunitense. Lo ha scritto il New York Times, che fa riferimento a un raid aereo avvenuto a metà giugno. Leader del gruppo tunisino Ansar al sharia, Ben Hassine è ritenuto l’ideatore dell’omicidio di Ahmad Shah Massoud, nel 2001 in Afghanistan. Secondo il Daily Mail, proprio ad Abu Ayad si era ispirato l’autore della strage del 26 giugno a Sousse, Seifeddine Rezgui. Leggi
Il numero due di Al Qaeda nella Penisola arabica – la divisione yemenita di Al Qaeda nota con l’acronimo di Aqap – sarebbe stato ucciso in un raid statunitense nello Yemen, secondo informazioni di stampa non ancora confermate in via ufficiale. Qualche ora prima della ripresa dei negoziati di pace a Ginevra, inizialmente previsti per il 15 giugno e poi slittati di un giorno, alcune fonti statunitensi citate dal New York Times hanno riferito che il jihadista Nasser al Wahishi era l’obiettivo principale del raid di un drone il 9 giugno scorso.
“Stiamo cercando di avere conferma della sua morte” ha detto una delle fonti sotto anonimato. I combattenti dell’Aqap hanno rivendicato l’attentato contro il settimanale satirico Charlie Hebdo all’inizio di gennaio, a Parigi. Secondo la Cnn, che cita due alti dirigenti della sicurezza nazionale nello Yemen, Al Wahishi sarebbe invece stato ucciso il 12 giugno nella regione di Hadramout, a est di Aden. Un altro funzionario yemenita ha dichiarato che Al Wahishi è morto con ogni probabilità in un raid a Mukalla, nel sudest del paese e che il suo corpo si trova in un obitorio sorvegliato dalle forze di sicurezza locali.
Oggi, intanto, dovrebbero aprirsi a Ginevra, con un giorno di ritardo, i negoziati tra i rappresentanti del governo in esilio, che si trovano in Arabia Saudita, e i ribelli: i colloqui si svolgeranno in presenza del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
L’amministrazione degli Stati Uniti ha reso pubblici alcuni documenti ritrovati nel complesso segreto di Osama bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan, durante l’operazione delle forze speciali in cui fu ucciso il capo di Al Qaeda nel maggio del 2011. Leggi
Il gruppo jihadista Al Qaeda nello Yemen ha dichiarato in un video che uno dei leader dell’organizzazione, Nasser bin Ali al Ansi, è stato ucciso in un raid statunitense nel paese. La notizia è stata riportata dal sito dell’intelligence Site, ed è stata ripresa da agenzie di stampa internazionali come Reuters, ma non è stata verificata in maniera indipendente. Nasser bin Ali al Ansi era noto per aver rivendicato in un video l’attentato contro la rivista satirica francese Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015.
Al Qaeda nella penisola araba (Aqpa) si è impossessata di un importante campo militare a Mukalla, nel sudest dello Yemen, e ha consolidato il controllo sulla città capoluogo della provincia di Hadramaut. I combattenti hanno preso il controllo di molte armi pesanti, tra cui carri armati e cannoni. Al Qaeda ha attaccato Mukalla il 2 aprile e in meno di ventiquattr’ore ha preso il controllo dei principali quartieri della città.
Per far fronte alla crisi umanitaria che ha colpito lo Yemen, le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per raccogliere circa 275 miliardi di dollari per aiutare 7,5 milioni di persone nei prossimi tre mesi. I combattimenti tra le truppe fedeli al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi e i ribelli sciiti houthi, e i bombardamenti della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno costretto 150mila persone ad abbandonare le loro case.
Secondo l’Agenzia dell’Onu per gli affari umanitari (Ocha), dal 19 marzo al 13 aprile sono morte 767 persone, ma potrebbe trattarsi di una stima al ribasso. I combattimenti hanno distrutto o danneggiato almeno cinque ospedali, 15 scuole, tre aeroporti, due ponti, due fabbriche e quattro moschee.
Il gruppo terroristico Al Qaeda nello Yemen ha annunciato in un comunicato la morte di uno dei suoi leader, Ibrahim al Rubaish, ucciso da un drone statunitense.
Al Rubaish, conosciuto per i suoi sermoni ostili all’occidente, agli Stati Uniti e alla Francia, è stato ucciso lunedì 13 aprile in un bombardamento nel sud dello Yemen insieme ad altre cinque persone. Ap
I combattenti di Al Qaeda hanno conquistato il quartier generale dell’esercito a Mukalla, nel sudest dello Yemen. I raid aerei dell’Arabia Saudita hanno rallentato l’avanzata dei ribelli houthi e Al Qaeda ne ha approfittato per rafforzare il suo controllo sulla città portuale. I vertici militari dello Yemen hanno confermato che il comandante responsabile della regione ha ritirato le proprie truppe nei campi militari attorno all’aeroporto, l’unica zona ancora sotto il controllo governativo. La popolazione è in fuga.
I jihadisti hanno attaccato il carcere principale di Mukalla e hanno liberato circa trecento detenuti. Tra loro c’è anche un capo jihadista Khaled Batarfi. Sono stati presi d’assalto dai miliziani anche l’ufficio dell’autorità provinciale, la sede della banca centrale, il commissariato di polizia e la sede dei servizi segreti.
Il governatore della provincia di Hadramaut, in cui si trova Mukalla, ha denunciato in un comunicato “uno scenario destinato a far sprofondare la zona nel caos e a spingere gli abitanti a uccidersi tra di loro”. Reuters
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