L’ex dittatore guineano Moussa Dadis Camara è stato fatto evadere da una prigione sabato mattina da un commando armato dopo un intenso scontro a fuoco nel centro di Conakry, hanno dichiarato avvocati e una fonte giudiziaria.
Secondo queste fonti, almeno altre due persone, attualmente sotto processo con Camara per un massacro compiuto nel 2009 durante la sua presidenza, sono state anch’esse prelevate dalla prigione, senza che sia chiaro se Moussa Dadis Camara sia fuggito di sua spontanea volontà.
L’assalto del commando ha svegliato il centro della capitale con il suono delle armi automatiche prima dell’alba.
Un gruppo di soldati con il volto coperto e pesantemente armati è arrivato intorno alle 4 di fronte alla prigione, dove ha forzato l’ingresso.
All’interno gli assalitori, che sembravano conoscere il posto, sono andati nella cella del capitano, hanno fatto uscire lui e altri detenuti e li hanno portati verso una destinazione sconosciuta.
“Il pubblico ministero mi ha confermato che il mio cliente è stato portato fuori dalla prigione da uomini armati”, ha dichiarato all’Afp il suo avvocato, Jocamey Haba, riferendosi alla possibilità che il suo cliente sia stato rapito contro la sua volontà.
“Continuo a pensare che sia stato rapito. Si fida del sistema giudiziario del suo paese ed è per questo che non cercherà mai di evadere”, ha aggiunto, riferendosi al processo attualmente in corso.
La Guinea, un paese con una storia politica travagliata fin dall’indipendenza dalla Francia, è appena entrata nel secondo anno di questo processo, per il quale Moussa Dadis Camara è detenuto dall’inizio delle udienze nel settembre 2022.
Lui e altri imputati sono accusati di una serie di omicidi, atti di tortura, stupri e rapimenti commessi il 28 settembre 2009 dalle forze di sicurezza all’interno e nei pressi dello stadio 28 settembre, nella periferia di Conakry, dove si erano radunati decine di migliaia di sostenitori dell’opposizione.
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Almeno 156 persone furono uccise e centinaia ferite, e almeno 109 donne vennero violentate, secondo il rapporto di una commissione d’inchiesta voluta dalle Nazioni Unite.
Il processo si è aperto nel settembre del 2022 quando il nuovo uomo forte del paese, il colonnello Doumbouya, ha promesso dopo il suo colpo di stato di ricostruire lo stato guineano e di fare della giustizia la sua “bussola”.
Sabato le forze armate della Guinea hanno affermato il loro “incrollabile impegno” nei confronti delle autorità e hanno invitato la popolazione a mantenere la calma.