Due regioni russe al confine con l’Ucraina e la Crimea sono state prese di mira da attacchi ucraini avvenuti durante la notte e nella mattina del 3 gennaio. Lo hanno dichiarato le autorità russe, il giorno dopo che Mosca ha bombardato la capitale ucraina.
I funzionari russi hanno riferito di danni limitati, assicurando che tutti i missili ucraini sono stati abbattuti. Com’era già successo il 2 gennaio, anche la città di Belgorod e la regione omonima sono state attaccate. Secondo il ministero della difesa russo, sei missili sono stati abbattuti dalla difesa antiaerea.
Il governatore della regione Vjačeslav Gladkov dice che non ci sono vittime. Il giorno prima, in una serie di altri attacchi, una persona era stata uccisa e undici ferite, tre delle quali erano state ricoverate in ospedale, ha riassunto su Telegram.
Più a nord, la regione di Kursk, anch’essa al confine con l’Ucraina, è stata presa di mira da “un attacco aereo”, ha detto su Telegram il governatore della regione Roman Starovojt. Secondo le autorità sono state colpite le infrastrutture elettriche e le condutture dell’acqua, privando le case di diversi villaggi di corrente e riscaldamento.
Infine, un missile è stato abbattuto al largo di Sebastopoli, ha riferito il sindaco della città, che si trova in Crimea, la penisola annessa dalla Russia nel 2014. Gli obiettivi militari nelle regioni russe al confine con l’Ucraina e la Crimea sono regolarmente bersaglio di attacchi dell’esercito ucraino.
Il 2 gennaio l’esercito russo ha lanciato 99 missili su Kiev, nei dintorni della capitale e su Charkiv, uccidendo cinque persone. Subito dopo sono cominciati gli attacchi ucraini sulla città russa di Belgorod.
Alla fine della scorsa settimana un massiccio bombardamento russo contro la capitale ucraina aveva già causato la morte di trenta persone. Nell’attacco ucraino contro Belgorod sono morte venticinque persone, un bilancio senza precedenti sul territorio russo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, avvenuta due anni fa.