La presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni risponde alle domande dei giornalisti a Bruxelles, il 16 ottobre 2024. (Ludovic Marin, Afp)

Il 17 ottobre i 27 capi di stato e di governo dell’Unione europea riuniti a Bruxelles hanno chiesto “con urgenza” una legge per accelerare i rimpatri degli immigrati irregolari, al termine di discussioni che hanno evidenziato anche forti disaccordi all’interno dell’Unione.

“Il Consiglio europeo chiede un’azione decisa a tutti i livelli per facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri dall’Unione europea”, affermano i leader nelle conclusioni del vertice. E “invitano” la Commissione europea a presentare al più presto “una nuova proposta legislativa”.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva preso l’iniziativa proponendo una nuova legge con un calendario ancora da definire.

Una proposta simile era già fallita nel 2018, ma “sei anni dopo il dibattito si è spostato a destra” dello spettro politico, osserva un funzionario europeo.

In precedenza i 27 avevano discusso a lungo degli “hub di rimpatrio”, una proposta per trasferire i migranti in centri di accoglienza in paesi terzi non europei.

Ma ora l’Italia di Giorgia Meloni, presidente del consiglio e leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia, ha firmato un controverso accordo con l’Albania, dove cominciano ad arrivare i primi migranti soccorsi nel Mediterraneo.

Diversi leader europei hanno preso le distanze, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, che si è detto “scettico”, e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Gli “hub” non “affrontano nessun problema e ne creano di nuovi”, ha detto il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez.

I rappresentanti italiani hanno organizzato in mattinata un incontro informale con Giorgia Meloni per promuovere queste “soluzioni innovative” contro l’immigrazione irregolare. Al tavolo erano presenti una decina di paesi, tra cui Paesi Bassi, Grecia, Austria, Polonia e Ungheria. Ha partecipato anche Ursula von der Leyen.

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A maggio l’Unione europea ha adottato il Patto sulla migrazione e l’asilo, che entrerà in vigore a metà del 2026. Germania, Francia e Spagna chiedono di accelerarne l’introduzione.

Le questioni legate alla migrazione sono tornate all’ordine del giorno spinte in particolare dai partiti di estrema destra, in crescita di consensi in molti paesi europei.

Alcune persone nell’Unione europea “stanno ascoltando quello che diciamo da anni”, ha dichiarato una soddisfatta Marine Le Pen, leader dell’estrema destra francese, che si trovava a Bruxelles per una riunione dei Patriotes pour l’Europe, la terza forza politica al Parlamento europeo dopo le elezioni di giugno.

La “forza trainante francotedesca sta spingendo per l’azione”, afferma un diplomatico europeo, anche se meno del 20 per cento delle espulsioni viene effettivamente eseguita.

“L’immigrazione irregolare deve essere ridotta. Allo stesso tempo, l’Unione deve rimanere aperta all’immigrazione di manodopera qualificata”, ha sostenuto il tedesco Olaf Scholz.

La richiesta di una nuova legge arriva mentre il numero di attraversamenti illegali alle frontiere dell’Unione europea è diminuito del 42 per cento nei primi nove mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo l’agenzia europea di sorveglianza delle frontiere Frontex. Questo vertice europeo si è svolto in un momento di transizione a Bruxelles, perché la nuova Commissione s’insedierà all’inizio di dicembre.

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