L’ex presidente boliviano Evo Morales (2006-2019), raggiunto da un mandato d’arresto per aver avuto una relazione con un’adolescente, ha denunciato il 17 dicembre di essere vittima di una “guerra giudiziaria” condotta dal governo di Luis Arce.

Il 16 dicembre la procura boliviana aveva annunciato di aver emesso un mandato d’arresto nei confronti di Morales per “traffico di esseri umani riguardo a una minorenne”, con cui avrebbe avuto una figlia nel 2016, e di aver ordinato la sua “detenzione provvisoria per sei mesi”.

Morales, che si trova nella sua roccaforte nella provincia centrale di Chapare, protetto dai suoi sostenitori, “non si costituirà”, ha dichiarato all’Afp Nelson Cox, uno dei suoi avvocati, citando “un abuso giudiziario”.

Morales, ai ferri corti con Arce per ottenere la candidatura del Movimento per il socialismo (Mas, sinistra) per le presidenziali dell’agosto 2025, nonostante un divieto confermato a novembre dalla corte costituzionale, ha affermato sul social network X di essere “vittima di una brutale guerra giudiziaria condotta dal governo di Luis Arce per compiacere gli Stati Uniti”.

“Il governo dispone di un esercito di procuratori, giudici, poliziotti e soldati, e punta a eliminarmi non solo politicamente e moralmente, ma anche fisicamente”, ha aggiunto.

La procuratrice Sandra Gutiérrez aveva spiegato il 16 dicembre di aver emesso il mandato di arresto per Morales già il 16 ottobre, ma di non averne rivelato l’esistenza perché “il caso è molto complesso”.

Ha ricordato che il 14 ottobre i sostenitori di Morales, in maggioranza contadini nativi, avevano avviato dei blocchi stradali, durati ventitré giorni, per protestare contro quella che considerano una persecuzione giudiziaria.

Nonostante le iniziative di protesta, la polizia ha cercato più volte di arrestare Morales, ma “ha dovuto desistere a causa dei rischi per l’incolumità degli agenti”, ha dichiarato Gutiérrez.

In base ad alcuni documenti giudiziari, Morales, 65 anni, ha avuto una relazione con una ragazza di 15 anni nel 2015, dalla quale ha avuto una figlia nel 2016.

L’ipotesi dell’accusa è che i genitori della minorenne l’abbiano spinta ad arruolarsi nella “guardia giovanile” di Morales “allo scopo di scalare le gerarchie politiche e ottenere altri vantaggi”.

In caso di condanna Morales rischia una pena dai dieci ai quindici anni di prigione, ha precisato Gutiérrez.

Gli avvocati dell’ex presidente sostengono però che il caso sia stato già esaminato e archiviato nel 2020.