Il bilancio provvisorio del passaggio del ciclone Chido su Mayotte, un dipartimento d’oltremare francese, è salito a ventidue morti e 1.373 feriti, ma il dato finale potrebbe essere molto più alto.

Le autorità temono infatti che abbiano perso la vita centinaia di persone, se non addirittura migliaia.

Il conteggio delle vittime è reso più difficile dalla presenza di decine di migliaia di immigrati irregolari provenienti dalle Comore. Inoltre il 97 per cento della popolazione è di religione musulmana, e il rito funebre islamico prevede che i morti siano seppelliti prima possibile.

In attesa della visita del presidente Emmanuel Macron, prevista il 19 dicembre, le autorità hanno proclamato un coprifuoco notturno per garantire la sicurezza della popolazione ed evitare saccheggi.

“Più di cento tonnellate di acqua e cibo saranno distribuite il 18 dicembre”, ha dichiarato il ministro dell’interno Bruno Retailleau all’emittente Bfmtv.

Inoltre, il 19 dicembre è previsto l’arrivo via mare di 180 tonnellate di merci, secondo l’esercito.

Un ospedale da campo sarà allestito entro la fine della settimana o l’inizio della prossima per affiancare l’ospedale di Mayotte, che è stato danneggiato dal ciclone, ha affermato François-Noël Buffet, il ministro incaricato dei dipartimenti d’oltremare.

Si teme anche un ritorno del colera, che nella primavera scorsa ha causato alcune vittime nell’arcipelago, ha dichiarato la ministra della salute Geneviève Darrieussecq.

Il ciclone Chido ha causato gravi devastazioni a Mayotte, un arcipelago dell’oceano Indiano dove circa un terzo degli abitanti vive in abitazioni di fortuna.

La stagione dei cicloni nell’oceano Indiano va da novembre a marzo. Quest’anno le temperature di superficie dell’acqua hanno sfiorato i trenta gradi, fornendo maggiore energia alle tempeste, un fenomeno legato al riscaldamento globale che è stato riscontrato anche nell’Atlantico settentrionale e nel Pacifico.