Il 24 febbraio, nel terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, gli Stati Uniti si sono allineati alla Russia in votazioni senza precedenti alle Nazioni Unite, chiedendo una pace rapida senza condannare Mosca e senza difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Mentre l’amministrazione Biden aveva sempre sostenuto Kiev, i voti espressi all’assemblea generale e al Consiglio di sicurezza sottolineano il cambiamento radicale della politica statunitense dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
La mattina del 24 febbraio una prima risoluzione presentata dall’Ucraina e dai suoi alleati europei è stata approvata dall’assemblea generale con 93 voti a favore, 18 contrari e 65 astensioni.
Rispetto ad altre votazioni precedenti, Kiev ha però perso molti sostenitori, tra cui gli Stati Uniti, che hanno votato contro la risoluzione insieme a Bielorussia, Mali, Nicaragua, Corea del Nord e Ungheria, oltre alla Russia, il cui ambasciatore Vassilij Nebenzja ha denunciato “un pezzo di carta antirusso”.
La risoluzione sottolinea la necessità di mettere fine alla guerra entro il 2025 ribadendo precedenti richieste, tra cui il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino.
Sfidando Kiev e i suoi alleati europei, gli Stati Uniti hanno poi presentato all’assemblea generale una risoluzione che chiedeva una rapida fine del conflitto senza alcun riferimento all’integrità territoriale dell’Ucraina.
Il testo, molto breve, che invitava a “mettere fine al conflitto il prima possibile” e chiedeva “una pace durevole”, non è stato messo ai voti così com’era, ma è stato ampiamente modificato dai paesi europei, che hanno inserito tra le altre cose il riferimento a una “pace giusta”. Il testo emendato è stato approvato con 93 voti a favore, otto contrari e 73 astensioni.
Ma il testo originario statunitense è stato poi sottoposto al Consiglio di sicurezza, dove Washington ha ottenuto un’importante vittoria.
“Siamo orgogliosi che il Consiglio di sicurezza abbia approvato, per la prima volta in tre anni, un testo che chiede la fine della guerra”, ha affermato l’ambasciatrice statunitense ad interim Dorothy Shea.
Dopo la bocciatura degli emendamenti proposti dai quattro paesi membri dell’Unione europea (Francia, Slovenia, Grecia e Danimarca) e dal Regno Unito per introdurre un riferimento all’aggressione russa e all’integrità territoriale dell’Ucraina, la risoluzione è stata adottata con dieci voti a favore e nessuno contrario.
I cinque paesi europei si sono astenuti, compresi Francia e Regno Unito, che in quanto membri permanenti del Consiglio di sicurezza avrebbero potuto mettere il veto.
“Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina, ma le condizioni di questa pace sono fondamentali”, ha commentato l’ambasciatrice britannica Barbara Woodward, mentre il suo collega francese Nicolas de Rivière ha affermato che “la pace non può essere sinonimo di capitolazione del paese aggredito”.