Alimentando con abbondanti dosi d’acqua e miele gli orsi che vanno in letargo, un gruppo di ricercatori della Washington state university, negli Stati Uniti, ha scoperto alcuni indizi genetici su come questi animali controllano la loro produzione d’insulina. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista iScience, potrebbero contribuire a realizzare cure migliori per il diabete di donne e uomini. Come sempre si sperimenta sugli animali per scoprire qualcosa sugli esseri umani, generando uno strano paradosso: gli animali sono simili a noi quando ci servono per certificare il funzionamento di una ricerca, mentre sono lontani da noi quando i nostri comitati etici devono esprimere un parere su questi stessi esperimenti. Sono vicini biologici ma alieni morali, un’anomalia anche solo dal punto di vista logico: come possiamo scoprire qualcosa di noi nell’altrove se poi non abbiamo nessun interesse per il benessere di quello stesso altrove? Per il loro studio i ricercatori hanno prelevato del siero di sangue da sei orsi grizzly tra i cinque e i tredici anni tenuti in cattività nel centro di ricerca sugli orsi grizzly di Pullman, legato all’università. Lo hanno fatto, ovviamente, dopo averli costretti a un’alimentazione assurda e insana. Questo ci lascia almeno con una domanda, a mio avviso non proprio secondaria: vale la pena di scoprire che siamo simili agli animali continuando a sancire la nostra differenza da loro con la violenza? Chi ci salverà dal diabete della morale? ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati