Il 2023 “è stato un brutto anno per l’Etiopia”, scrive The East African, commentando la notizia che Addis Abeba non ha pagato 33 milioni di dollari d’interessi su un’obbligazione decennale da un miliardo di dollari. Insieme a Zambia e Ghana, l’Etiopia è il terzo paese insolvente in Africa da quando è scoppiata la pandemia di covid-19. Oltre alle difficoltà finanziarie, la crescita etiope è stata ostacolata dalla grave siccità e dall’instabilità che caratterizza il paese, anche dopo l’accordo che ha messo fine al conflitto tra il governo e i ribelli tigrini. Secondo il settimanale, la fine della guerra nel Tigrai potrebbe averne alimentata un’altra nella regione Amhara, dove alcune milizie rifiutano il disarmo. Il 2 gennaio ci sono state nuove tensioni anche con la vicina Somalia, che ha richiamato il suo ambasciatore in Etiopia per consultazioni. All’origine della disputa c’è l’annuncio di un’intesa tra Etiopia e Somaliland (un territorio del nord della Somalia proclamatosi indipendente nel 1991) con cui Addis Abeba ottiene l’accesso al mar Rosso, in cambio del riconoscimento dell’indipendenza della regione. ◆
Tensioni nel Corno d’Africa
Il rischio della fame
Dal 1 gennaio il programma alimentare mondiale (Pam) ha interrotto la distribuzione degli aiuti alla popolazione siriana, a causa della mancanza di fondi. L’agenzia delle Nazioni Unite l’aveva annunciato all’inizio di dicembre e già dall’estate scorsa aveva dimezzato il numero dei beneficiari, passati da 5,6 a tre milioni. Con la fine degli aiuti alimentari “si può dire che i siriani vanno verso un nuovo periodo di fame, se non di carestia”, ha scritto la giornalista siriana Manahel al Sahawi sul sito libanese Daraj.
Anniversario con attentato
Almeno 103 persone sono morte e 141 sono rimaste ferite in un attentato compiuto il 3 gennaio a Kerman, nel sud dell’Iran, vicino alla tomba del generale iraniano Qassem Soleimani, in occasione del quarto anniversario della sua morte. Una folla composta da rappresentanti del regime e cittadini si era radunata nei dintorni della moschea Saheb al Zaman per una cerimonia commemorativa, scrive Tehran Times. Soleimani, considerato il coordinatore delle operazioni militari iraniane in Medio Oriente, era stato ucciso il 3 gennaio 2020 nell’attacco di un drone statunitense in Iraq.
Il presidente dovrà fare di più
Félix Tshisekedi, presidente uscente della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), ha ottenuto più del 73 per cento dei voti alle presidenziali del 20 dicembre 2023. I risultati, ancora provvisori, sono stati annunciati dalla commissione elettorale il 31 dicembre, ma sono già stati contestati dai leader dell’opposizione. Saranno convalidati dopo che la corte costituzionale avrà esaminato tutti i ricors i . Durante il voto sono stati denunciati vari tipi di irregolarità, atti di violenza e vandalismo. Si calcola inoltre che undicimila seggi siano rimasti chiusi (su un totale di 75mila). In ogni caso, fa notare il giornale filogovernativo Le Phare, Tshisekedi ha ottenuto una vittoria schiacciante di fronte a un’opposizione divisa, il cui candidato di punta, Moise Katumbi, ha ottenuto solo il 18 per cento dei voti. Il messaggio degli elettori è chiaro, scrive Aujourd’hui au Faso: nel suo secondo mandato, Tshisekedi “dovrà fare di meglio” e affrontare una volta per tutte i mali che affliggono il paese.
Un Natale di violenze
Nello stato di Plateau, nella Nigeria centrale, gli attacchi compiuti tra il 23 e il 25 dicembre contro una ventina di villaggi hanno causato più di 160 morti e costretto seimila persone ad abbandonare le loro case, scrive il quotidiano Daily Trust. Le aggressioni, attribuite alla comunità degli allevatori nomadi di etnia fulani, hanno colpito i coltivatori stanziali. Secondo la radio Deutsche Welle, le divisioni tra i due gruppi avevano già causato altre violenze nel 2023 e continuano a inasprirsi per via della competizione per la terra, delle strumentalizzazioni politiche e della disinformazione diffusa sui social netw o r k. Il governo ha promesso di “fare giustizia” ma la situazione sta assumendo i contorni di un’emergenza umanitaria.
Economia Il 1 gennaio altri cinque paesi sono entrati nel gruppo delle economie emergenti Brics ( nella foto, il vertice del 2023 ): Egitto, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia. L’organizzazione è stata creata nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina, e ha accolto il Sudafrica nel 2010.
Arabia Saudita Le condanne a morte eseguite nel 2023 sono state 170, contro le 147 del 2022.
Sudafrica È morto a 91 anni Peter Magubane, fotografo che con le sue immagini denunciò la brutalità dell’apartheid.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati