La trasformazione di Twitter in X, voluta da Elon Musk, ha quasi dimezzato i ricavi pubblicitari. Secondo Bloomberg sono passati da 4,5 miliardi di dollari nel 2021 a 2,5 miliardi nel 2023. Con i servizi a pagamento per gli utenti – l’abbonamento mensile da tre dollari – il social network ottiene ricavi annuali per 3,4 miliardi di dollari, la metà di quanto previsto dalla gestione precedente. L’acquisto di Twitter ha dato a Musk ulteriore visibilità e centralità politica in un anno elettorale importante come il 2024, e forse per lui è stato comunque un buon investimento (anche se 44 miliardi di dollari sono tanti perfino per una persona così ricca). Tuttavia, dal punto di vista imprenditoriale l’operazione sembra un disastro senza ritorno: la scelta di rimuovere filtri e moderazioni e di spingere la dimensione commerciale si è rivelata, come prevedibile, priva di senso economico. La presenza di contenuti problematici da un punto di vista della reputazione allontana gli inserzionisti, mentre le gerarchie di contenuto dettate dall’esigenza di massimizzare i ricavi (più paghi più sei visibile) allontanano gli utenti. Intossicare il dibattito pubblico si è rivelato spesso un buon affare – chiedete a Rupert Murdoch con l’emittente televisiva Fox e i suoi giornali – ma Musk ha esagerato e ne paga il prezzo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1546 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati