Mentre l’Unione europea approva nuove regole per spingere le agenzie di rating a valutare la sostenibilità ambientale degli investimenti, negli Stati Uniti tre grandi investitori scelgono di privilegiare solo i ritorni finanziari invece degli obiettivi di decarbonizzazione. I rating Esg – una valutazione che certifica la solidità di chi emette un titolo o di un fondo dal punto di vista dell’ambiente, dell’impegno sociale e della gestione aziendale – dovrebbero permettere di distinguere le aziende che s’impegnano davvero da quelle che fanno greenwashing, una tecnica di marketing con cui si costruisce un’immagine schierata a favore dell’ecologia. Negli Stati Uniti i repubblicani contestano il principio stesso che gli investimenti debbano considerare i fattori ambientali: una commissione del congresso considera collusivi gli accordi sulla decarbonizzazione, che violerebbero le leggi antitrust e sarebbero dannosi per i consumatori. Dopo la convocazione al congresso la State Street Global Advisors, la Jp Morgan e la BlackRock hanno lasciato l’alleanza Climate action 100+, nata nel 2017 per salvare il clima con la finanza: i tre gruppi finanziari valuteranno solo i rendimenti, non l’impatto ambientale. La transizione è costosa per tutti, e chi ha risparmi – come i contadini in piazza – non vuole più pagarne i costi. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati