(Getty Images/Vetta)

I giornalisti non sono molto bravi con i numeri, è una vecchia storia. Ma ora che tutto può essere misurato e analizzato, anche i giornalisti devono imparare a familiarizzare con certe cifre: per esempio, il numero di articoli che producono ogni giorno e la quantità di traffico che questi articoli generano sul sito del giornale per cui lavorano.

David Carr, columnist del New York Times ed esperto di mezzi d’informazione, in uno dei suoi ultimi post si chiede come cambieranno i giornali, i giornalisti e le notizie in un mondo in cui sempre di più i giornalisti sono pagati in base al traffico e alle pagine viste che producono.

“Intendiamoci”, dice Carr, “stiamo ancora parlando di una tendenza che riguarda solo alcuni settori”. Ma si tratta di una tendenza importante.

Per esempio, il sito di notizie finanziarie The street ha annunciato che pagherà i suoi nuovi collaboratori in base al numero di clic prodotti dai loro articoli. Un collaboratore che avrà 60mila pagine viste a settimana sarà pagato 50 dollari.

Anche il sito di politica The Daily Caller ha annunciato a febbraio che sperimenterà un modello ibrido: i collaboratori saranno pagati con un salario di base, ma poi riceveranno degli incentivi che saranno proporzionali al traffico generato dai loro articoli.

A febbraio Joel Johnson, direttore editoriale di Gawker, ha annunciato il programma Recruits: i nuovi collaboratori saranno pagati un fisso di 1.500 dollari al mese fino a 300mila visitatori unici e poi, superati i 300mila visitatori, saranno pagati cinque dollari per mille visitatori unici. Fino a un massimo di seimila dollari.

Dopo novanta giorni saranno scelti i collaboratori più promettenti: solo uno su tre riceverà una proposta di collaborazione a lungo termine. Secondo Nick Denton, il fondatore di Gawker, “nei prossimi dieci anni i giornalisti lavoreranno molto. È una professione in piena espansione”.

Il quotidiano di Portland The Oregonian, nell’ambito di un progetto di rilancio del giornale, ha chiesto ai suoi giornalisti di scrivere almeno tre articoli al giorno e di partecipare alle discussioni nei commenti. I giornalisti dovranno scrivere il venticinque per cento in più di prima entro la metà del 2014 e aumentare la produzione di un altro quindici per cento negli altri sei mesi. Questa richiesta è parte di un progetto che ha l’obiettivo di aumentare del 27,7 per cento le pagine viste entro la fine del 2014.

“Il meccanismo del pagamento in base dei clic è solo all’inizio. Non è certo una manna per i giornalisti, almeno finora”, ha detto Minda Zetlin, presidente dell’American society of journalist. “Ma in fondo c’è un valore positivo nell’imparare alcune buone pratiche e capire da dove arriva il traffico”, continua Zetlin.

Seguire i dettami del traffico è rivoluzionario per le organizzazioni editoriali tradizionali. “In un certo senso questa tendenza cambierà il modello di business”, spiega Nikki Usher, professore alla George Washington university. Anche se, chiarisce Carr, per i giornalisti digitali che sono cresciuti sui siti di notizie, in fondo non si tratta di niente di sconvolgente.

Certo, ricorda Carr, “non sempre quello che è popolare è anche rilevante. Ma anche ignorare del tutto quello che coinvolge i lettori è un sentiero spianato verso l’irrilevanza”. (ac)

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