Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha vinto le elezioni presidenziali con l’89,6 per cento dei voti, garantendosi come previsto un nuovo mandato di sei anni, ha annunciato il 18 dicembre la commissione elettorale. Leggi
La terza svalutazione della valuta in un anno, il debito estero in aumento, la richiesta di un nuovo prestito al Fondo monetario internazionale. Il regime di Al Sisi è sempre più in difficoltà e anche gli storici alleati cominciano ad allontanarsi. Leggi
L’attivista e intellettuale egiziano Alaa Abdel Fattah è ormai al 75esimo giorno di sciopero della fame. La società civile internazionale è fortemente mobilitata mentre i governi europei continuano a fare affari con l’Egitto. Leggi
Una grande parata organizzata al Cairo per spostare le mummie di ventidue faraoni in un nuovo museo è un modo per rilanciare il turismo in Egitto. Ma anche una dimostrazione di forza del regime di Al Sisi. Leggi
Sono state tre figure centrali della primavera egiziana del 2011, convinte che la rivoluzione che stavano realizzando in prima persona avrebbe contribuito a liberare l’Egitto. Ora sono in carcere. Leggi
A tre anni dalle proteste di piazza Tahrir e dalla caduta del presidente islamista Mohamed Morsi, l’Egitto è ancora instabile. Con il presidente Abdel Fattah al Sisi arresti arbitrari, torture, sparizioni di oppositori e censura della stampa sono all’ordine del giorno. Il video dell’Afp. Leggi
Circa cinquecento persone sono scese in piazza al Cairo, in Egitto, per protestare contro le politiche del governo di Al Sisi. Al centro della manifestazione c’è la cessione all’Arabia Saudita di due isole strategiche nel mar Rosso. Nei giorni scorsi la polizia egiziana ha arrestato più di novanta persone tra attivisti e giornalisti. Il video dell’Afp. Leggi
Arresti arbitrari, torture, sparizioni e detenzione degli oppositori politici, i limiti alla libertà di espressione e di associazione, la repressione della stampa e degli scrittori. Lo stato di salute dei diritti umani in Egitto sotto il regime di Abdel Fattah al Sisi. Leggi
Nelle ultime settimane la stampa, seppure imbavagliata da quando è al potere il generale Abdel Fattah al Sisi, sta denunciando centinaia di sparizioni di giovani egiziani. Leggi
I cittadini egiziani sono chiamati a votare per il rinnovo del parlamento sciolto quasi tre anni fa. La tornata elettorale si chiuderà il 2 dicembre. Secondo molti esperti, il pericolo è che torni in auge il vecchio regime abbattuto con la rivoluzione del 2011. Leggi
La ministra degli esteri messicana, Claudia Ruiz Massieu, è volata al Cairo per esigere un’inchiesta ”urgente e trasparente” sull’uccisione di otto turisti messicani scambiati per jihadisti dall’esercito egiziano. Leggi
Dopo 146 anni dall’apertura del canale di Suez tra il mar Rosso e il mar Mediterraneo, il 6 agosto l’Egitto inaugurerà l’estensione della via commerciale più importante del paese. Leggi
Al Sisi è uno statista, is a great leader, ha detto Matteo Renzi ad Al Jazeera a proposito del generale egiziano arrivato al potere il 3 luglio del 2013 con un colpo di stato che ha rovesciato il presidente democraticamente eletto Mohamed Morsi, e lasciato sull’asfalto quasi mille morti. Da allora, Abdel Fattah al Sisi è protagonista non solo delle strade del Cairo, tappezzate di sue gigantografie, ma anche dei rapporti di Amnesty international. Leggi
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha promesso una legislazione più dura per “lottare contro il terrorismo”, all’indomani della morte del procuratore generale Hisham Barakat a causa delle ferite riportate in un attentato contro il convoglio su cui si stava muovendo al Cairo. In un discorso in tv, Al Sisi ha annunciato che la legge sarà modificata per consentire “di fare giustizia più rapidamente”. I processi quindi saranno più veloci e le condanne a morte saranno eseguite più rapidamente.
Hisham Barakat è l’esponente politico di maggior rilievo assassinato dagli anni novanta. Aveva assunto l’incarico nel giugno del 2013, poche settimane prima del colpo di stato che depose l’allora presidente Mohamed Morsi, capo della Fratellanza musulmana. È stato tra i protagonisti della repressione nei confronti del gruppo, avviando processi contro i suoi affiliati e mettendo in atto provvedimenti come il congelamento dei beni. Nel periodo in cui ha svolto l’incarico di procuratore generale, migliaia di attivisti dell’opposizione sono stati arrestati e centinaia di esponenti dei Fratelli musulmani sono stati condannati a morte.
In un comunicato sul suo sito, la Fratellanza musulmana ha condannato l’uccisione di Barakat, accusato però di aver favorito la tortura, l’omicidio di oppositori politici e la detenzione senza processo. L’attentato è stato compiuto dopo che un gruppo legato ai jihadisti dello Stato islamico ha esortato i suoi affiliati ad attaccare i giudici, accusati di essere sottomessi al governo e ai militari. Il 3 luglio inoltre ricorre il secondo anniversario della cacciata di Morsi dal potere e secondo gli esperti il paese rischia di essere colpito da una nuova ondata di violenze e attentati.
Ahmed al Zind, il nuovo ministro della giustizia egiziano, ha giurato davanti al presidente Abdel Fattah al Sisi, nove giorni dopo le dimissioni del suo predecessore. Mahfouz Saber aveva lasciato l’incarico di ministro in seguito alle polemiche per aver detto che il figlio di uno spazzino non può fare il giudice perché si tratta di un lavoro troppo nobile per una persona con origini umili. Il suo successore è invece famoso per le sue posizioni ostili ai Fratelli musulmani e dirige il Circolo dei giudici che è un organo nazionale di rappresentanza dei magistrati.
Zind non ha mai fatto mistero della sua avversione nei confronti dell’ex presidente e leader dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi, condannato a morte il 16 maggio per il suo coinvolgimento nelle evasioni da una prigione durante le rivolte del 2011. Dalla destituzione di Morsi nel luglio 2013, gli attivisti per i diritti umani di tutto il mondo accusano le autorità egiziane di voler strumentalizzare la magistratura nella sanguinosa repressione che hanno lanciato contro i sostenitori della Fratellanza musulmana.
Il presidente dell’Egitto ha presentato un progetto faraonico per la costruzione di una nuova capitale nel deserto. Ma gli egiziani sono scettici e si chiedono in che modo la nuova capitale potrà migliorare le loro vite. Leggi
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