Il 6 maggio Israele ha cominciato a trasferire decine di migliaia di famiglie palestinesi dalla parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove l’esercito sta preparando una grande operazione di terra. Leggi
Sette impiegati di un’ong statunitense che consegna aiuti alimentari agli abitanti della Striscia di Gaza, minacciata da una grave carestia, sono rimasti uccisi il 1 aprile in un bombardamento israeliano. Leggi
Dopo il brutale omicidio di Jamal Khashoggi è sempre più chiaro che in Medio Oriente criticare il regime saudita o i suoi alleati può costare la vita. Leggi
Il 15 marzo era il quinto anniversario dell’inizio della guerra siriana. Più di 220mila morti e metà della popolazione sfollata. Barry Malone, editor online della rete televisiva Al Jazeera, ha scritto un commento intitolato: “Probabilmente non leggerete quest’articolo sulla Siria”. Leggi
Al Cairo è cominciata una nuova udienza del processo a Mohamed Fahmy e Baher Mohamed, due giornalisti di Al Jazeera accusati di aver minacciato la sicurezza nazionale per aver diffuso un video che conteneva false informazioni a sostegno dei Fratelli musulmani. Il 19 marzo, data in cui è ricominciato il processo, uno dei testimoni dell’accusa ha negato di aver scritto un rapporto in cui si affermava la falsità delle informazioni contenute nel video. In questa udienza il giudice dovrebbe esaminare nuove prove collegate al filmato.
I due imputati sono obbligati ad assistere al processo dentro una gabbia, dalla quale devono rispondere alle domande del giudice.
Mohamed Fahmy, giornalista di Al Jazeera canadese-egiziano, aveva dovuto rinunciare alla nazionalità egiziana per ottenere il rilascio su cauzione.
Peter Greste, il terzo giornalista arrestato con i colleghi nel dicembre del 2013, è stato espulso in Australia a febbraio con un decreto presidenziale. The Guardian
Il giornalista australiano Peter Greste è stato liberato il 1 febbraio, dopo 400 giorni di carcere al Cairo, in Egitto. Il 2 febbraio a Cipro, sulla via del ritorno in Australia, ha rilasciato questa intervista ad Al Jazeera. Leggi
Il giornalista di Al Jazeera Peter Greste è tornato sul suo profilo Twitter. Era stato arrestato il 29 dicembre 2013 insieme ai colleghi Mohamed Fadel Fahmy e Baher Mohammad con l’accusa di avere diffuso false informazioni. Greste è stato liberato il 1 febbraio.
L’emittente qatariota Al Jazeera ha sospeso il suo canale egiziano, le cui trasmissioni avevano irritato il governo del Cairo. Mubasher Misr (Live Egypt) resterà chiuso fino a quando “non avrà ottenuto i permessi necessari in accordo con le autorità egiziane”, ha dichiarato un presentatore.
Il governo del Cairo accusa il canale di fare da megafono alle rivendicazioni dei sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi. Al Jazeera ha fatto sapere che incorporerà Mubasher Misr in un nuovo palinsesto regionale. Bbc
Decine d’anni dopo che le potenze imperiali europee si sono spartite l’Africa, il continente è di nuovo l’oggetto di una corsa per il controllo strategico e l’accaparramento delle sue risorse.
La tv qatariota Al Jazeera ha indagato su quella che alcuni analisti definiscono la “nuova corsa all’Africa”. Da una parte, gli Stati Uniti hanno espanso le loro attività militari attraverso il comando Africom, ufficialmente per combattere il terrorismo e assicurare la stabilità dei governi loro alleati.
Dall’altra, la Cina negli ultimi dieci anni ha raddoppiato il volume degli scambi commerciali con il continente.
Questa corsa, come viene spiegato nel programma tv Empire, coinvolge anche paesi emergenti, come l’India, il Brasile e la Russia, e predilige gli strumenti del soft power (aiuti umanitari ed economici, trattati commerciali, investimenti in infrastrutture) alla forza militare.
Un servizio di Al Jazeera illustra la corsa alle risorse africane. La Cina è protagonista, ma deve competere con vecchie e nuove potenze. Al Jazeera
Perché il Qatar ha rinunciato alla sua egemonia sulla primavera araba e sulla rivolta siriana. Leggi
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