Il 4 ottobre Ali Khamenei, la guida suprema dell’Iran, ha tenuto un discorso sulla situazione in Medio Oriente in cui ha affermato che Hezbollah e Hamas, alleati di Teheran, continueranno a combattere contro Israele. Leggi
Sessantuno milioni di elettori iraniani sono chiamati alle urne il 28 giugno per un’elezione presidenziale dall’esito incerto, in cui un candidato riformista sfida tre conservatori. Leggi
Il presidente Ebrahim Raisi è morto in un incidente di elicottero nel nordovest dell’Iran, ha annunciato il 20 maggio il governo iraniano. Ha perso la vita anche il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian. Leggi
Le manifestazioni non riguardano più solo il caro vita e i posti di lavoro. Sono proteste contro l’intero regime. Leggi
I risultati delle elezioni legislative del 26 febbraio – ancora non definitivi – legittimano l’apertura all’occidente del presidente Hassan Rohani e creano le basi per rilanciare gli investimenti stranieri nel paese. Leggi
La guida suprema iraniana Ali Khamenei ha permesso la firma dell’accordo perché l’economia iraniana ha un bisogno vitale di vedere cancellate le sanzioni che la soffocano. Leggi
La guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha detto che lui e il popolo iraniano sono “fermamente” a favore di un compromesso sul nucleare con le potenze occidentali. Il segnale del leader spirituale a sostegno dei negoziati di Teheran con il gruppo dei cinque più uno (Cina, Stati Uniti, Francia, Russia, Regno Unito e Germania) è in linea con l’approccio conciliatorio del presidente Hassan Rouhani.
In una dichiarazione ufficiale, l’ayatollah ha detto: “Sono a favore della continuazione dei colloqui e del raggiungimento di un buon accordo. Di sicuro la nazione iraniana non si opporrà a nessun accordo che difenda la sua dignità e il suo rispetto”. Ma, ha aggiunto Khamenei, l’accordo non dovrà lasciare nessuna ambiguità che potrà essere usata per strappare nuove concessioni a Teheran.
I suoi commenti coincidono con una serie di incontri tra il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e i vertici diplomatici di Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia a margine del conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. Reuters
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