Il 30 maggio un tribunale di Hong Kong ha riconosciuto colpevoli di sovversione quattordici attivisti per la democrazia nell’ambito del più grande processo nell’ex colonia britannica da quando nel 2020 Pechino ha introdotto una legge sulla sicurezza nazionale.
La legge ha permesso di reprimere qualunque forma di dissenso a Hong Kong dopo che nel 2019 un grande movimento per la democrazia aveva messo in imbarazzo le autorità.
Il tribunale era chiamato a pronunciarsi sulla sorte dei sedici imputati su quarantasette che si erano dichiarati non colpevoli.
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Andrew Chan, giudice dell’alta corte di Hong Kong, ha annunciato che quattordici imputati sono stati riconosciuti colpevoli, mentre due sono stati assolti. Tra gli imputati condannati ci sono gli ex deputati Leung Kwok-hung e Ray Chan, e l’ex giornalista Gwyneth Ho. Il ministero della giustizia locale ha fatto sapere che presenterà ricorso contro le due assoluzioni.
Le pene saranno annunciate entro la fine dell’anno.
Gli attivisti erano stati arrestati nel 2021 e accusati di “cospirazione allo scopo di far cadere il governo locale”, un reato punibile con l’ergastolo, un anno dopo aver organizzato delle primarie non ufficiali per selezionare i candidati dell’opposizione alle elezioni per il consiglio legislativo di Hong Kong.
Secondo l’accusa, il loro obiettivo era ottenere la maggioranza nell’assemblea parzialmente eletta della città in modo da mettere il veto alla legge di bilancio e costringere alle dimissioni Carrie Lam, che all’epoca guidava l’esecutivo locale.
Nel corso del processo la difesa ha sottolineato che gli imputati avevano obiettivi politici che non violavano il alcun modo la legge fondamentale di Hong Kong.
Alcuni diplomatici dei paesi dell’Unione europea erano presenti il 30 maggio fuori dal tribunale.
Nei giorni scorsi la polizia di Hong Kong ha annunciato l’arresto di sette persone accusate di aver pubblicato “messaggi sediziosi” su Facebook.