I ribelli siriani che hanno rovesciato il regime di Bashar al Assad hanno annunciato il 10 dicembre di aver nominato Mohammed al Bashir primo ministro di un governo di transizione. Finora Al Bashir guidava l’autoproclamato “governo” della provincia di Idlib, la roccaforte dei ribelli nel nordovest del paese.

“Il comando generale mi ha affidato il compito di guidare un governo di transizione fino al 1 marzo”, ha affermato Al Bashir in un comunicato.

Il giorno prima Abu Mohammed al Jolani, leader del gruppo islamista radicale Hayat tahrir al Sham (Hts), alla guida della coalizione ribelle, aveva avuto dei colloqui con il premier siriano uscente Mohammed al Jalali per “coordinare la transizione”.

L’Hts, che il 27 novembre ha lanciato a sorpresa una vittoriosa offensiva lampo contro le forze governative, sostiene di aver abbandonato il jihadismo, anche se molti paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, lo considerano ancora un gruppo terroristico.

“Finora l’Hts e gli altri gruppi della coalizione hanno inviato un messaggio positivo al popolo siriano”, hanno affermato le Nazioni Unite il 10 dicembre.

Al Jolani si è impegnato a identificare, perseguire e punire gli autori dei crimini commessi in Siria sotto il regime di Assad, ma al tempo stesso ha concesso un’amnistia ai soldati e ai membri delle forze di sicurezza di grado più basso.

Le Nazioni Unite hanno anche chiesto a Israele di mettere fine immediatamente ai raid aerei e alle operazioni di terra condotti in territorio siriano, dopo che il 9 dicembre l’esercito israeliano aveva affermato di aver distrutto dei depositi di armi in Siria, alcuni dei quali di “armi chimiche”, per evitare che finissero in mano ai ribelli.

Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, Israele ha condotto quasi 310 attacchi in Siria, colpendo in particolare aeroporti e depositi di armi, oltre a un sistema di difesa aerea e ad alcune navi da guerra vicino al porto di Latakia.

L’esercito israeliano ha confermato il 10 dicembre che le sue forze di terra “sono avanzate in una zona cuscinetto in Siria”, al confine con le alture del Golan siriane occupate da Israele nel 1967 e annesse nel 1981, “allo scopo di garantire la sicurezza d’Israele”.

Le Nazioni Unite hanno definito quest’incursione come una “violazione” di un accordo firmato nel 1974 da Israele e dalla Siria. Anche l’Iran ha denunciato una “flagrante violazione del diritto internazionale”, dopo analoghe proteste dell’Arabia Saudita e della Giordania.

Inoltre, il 10 dicembre il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha riferito che lui e il primo ministro Benjamin Netanyahu hanno ordinato all’esercito di creare una zona libera da armi nel sud della Siria, dopo la caduta di Assad.

“D’accordo con il primo ministro, ho chiesto all’esercito di creare una zona libera da armi e da minacce terroristiche nel sud della Siria, senza una presenza israeliana permanente”, ha precisato Katz durante una visita a una base navale ad Haifa, nel nord d’Israele.