Non è facile raccontare l’istituto della famiglia, un po’ perché è notoriamente infelice e lo è a modo suo, un po’ perché è diventato il precipitato di tante nevrosi ideologiche da risultare noioso. Ero rimasto, a proposito di affreschi assai efficaci, a quello di Michele Apicella in Ecce bombo. In un appartamento piccolo borghese dove ogni cosa concorre a un clima di mestizia, Nanni Moretti esibisce un padre che cerca di stabilire un dialogo con il figlio commentando le soubrette in tv, una madre depressa seduta in cucina a chiedersi dove ha sbagliato e una sorella minore che insidia equilibri più presunti che reali. La stessa analisi impietosa, insieme a una recitazione che annienta ogni pretesa naturalistica, la si può ritrovare in Faccende complicate (Raiplay), il nuovo programma in cui Valerio Lundini affronta storie di denaro, disabilità e cucina con l’obiettivo di smantellare i luoghi comuni che questi argomenti spesso nutrono. Nella puntata dedicata alla famiglia, Lundini sfida la teoria secondo cui la bellezza è un fattore genetico. Seleziona madre e padre avvenenti, una nonna vincitrice di un vero concorso di miss e mette in scena un’esilarante sit com domestica, tra silenzi ostili, premure asfissianti e rimproveri noiosi. Il grottesco prende il sopravvento con limpida naturalezza, e lo sguardo di Apicella torna tra noi, rischiarando con generosa “laicità” tempi d’insopportabile e rinnovata catechesi. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati