Il crudele scherzo ai danni di Sandra Milo, che si ricorda per il grido straziato “Ma chi? Ciro?” e per le scuse postume di Cossiga “a nome di tutti gli italiani”, avvenne durante L’amore è una cosa meravigliosa, trasmissione di Rai 2 del 1990 che partendo dall’amore indagava temi sensibili come le separazioni, il razzismo, le diversità religiose e l’omosessualità. Dopo il successo di Piccoli fans, Sandra Milo mise in piedi questo talk ritagliandolo intorno al suo carattere, ospitando personalità dello spettacolo, gente comune e rispondendo alle chiamate da casa. In una puntata, invitò i cineasti torinesi Ottavio Mai e Giovanni Minerba, fondatori del festival Da Sodoma a Hollywood (oggi Lovers Film) e compagni nella vita. Era la prima coppia omosessuale ufficiale a comparire sugli schermi della tv italiana. “Vogliamo proporre un’immagine non piagnona delle coppie gay”, disse Mai, “e richiamare l’attenzione sui problemi delle relazioni non istituzionalizzate”. Con quella voce in falsetto che ne impreziosiva la gentilezza, Milo discusse di matrimonio e adozioni in pieno palinsesto pomeridiano, fortino del gossip, scatenando le ire del clero e della stampa più devota. Pochi anni dopo si trovò ad affrontare altri sacerdoti. Durante un’intervista alla tv iraniana sul cinema, dichiarò con il sorriso di possedere una collezione di 60mila mutandine. Il governo di Teheran, non abituato al sorriso, le negò il visto turistico. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati