S i chiama Celestyal experience (in passato Costa romantica) ed è una nave da crociera italiana. È arrivata di recente al porto Gadani di Karachi, in Pakistan. Ahmadullah Khan, il nuovo proprietario, ha dichiarato di averla comprata per scopi turistici. La nave avrebbe viaggiato lungo le parti ancora incontaminate della costa pachistana, per permettere ai turisti di vederle (e sporcarle). Alcuni hanno accolto bene la notizia. Se il mondo ricco ha le navi da crociera, perché non dovrebbe averle anche un paese povero? Per fortuna a volte la malagestione va a vantaggio dell’ambiente. A dirla tutta, mentre la Celestyal experience si avvicinava a Karachi e si moltiplicavano le ipotesi, i funzionari dell’autorità portuale non erano altrettanto entusiasti. Sono stati loro a chiarire che non c’era posto per la nave (ricordiamoci che si tratta di un mastodonte da quattordici piani). Ormeggiare queste imbarcazioni è così difficile (un po’ come parcheggiare le macchine in Pakistan) che è stato impossibile trovare un attracco.
La Celestyal experience quindi sarà smantellata e rottamata. Invece di essere portata nella parte del porto dove, almeno nei sogni del proprietario, avrebbe dovuto imbarcare turisti entusiasti, è diretta al cantiere per le demolizioni. L’arredo della nave (dalle foto degli interni si vedono tavoli da pranzo, sedie, dipinti, tavoli da biliardo, tapis roulant) sarà venduto. Il metallo probabilmente sarà redditizio e garantirà al proprietario un bel guadagno.
I pachistani non hanno bisogno di partecipare a modelli di consumo insostenibili, basati sulle preferenze del mondo occidentale
Quasi due anni fa, quando il covid-19 non si era ancora diffuso il tutto il mondo, le navi da crociera sono state una specie di piastra di Petri in cui il virus ha potuto diffondersi. Ricordo ancora i primi giorni della pandemia, quando la Diamond princess era nel porto di Yokohama, in Giappone, con migliaia di passeggeri a bordo. Un account Twitter postava immagini dei pasti messi davanti alle porte delle stanze dei passeggeri tre volte al giorno. Le cose sono andate avanti così per settimane. Altre navi da crociera si sono trovate nella stessa situazione. Alla fine ai malati è stato permesso di scendere. Alcuni sono convinti che sia stata quella decisione ad aver determinato l’arrivo del virus in Giappone.
Anche dopo che tutti i passeggeri delle navi da crociera in giro per il mondo sono sbarcati e sono stati condotti in strutture per la quarantena sulla terraferma, molti equipaggi, tutti provenienti da paesi poveri e istruiti a servire e riverire passeggeri di solito bianchi e occidentali, sono rimasti bloccati al largo per mesi. Una tragedia nella tragedia.
Poi c’è il problema dell’inquinamento e dei danni causati all’ambiente. Secondo alcuni studi in un solo giorno una nave da crociera può emettere la stessa quantità di particolato di un milione di automobili. Chi legge questo articolo da Lahore capirà quanto tutto questo possa essere terribile. L’ultima cosa di cui hanno bisogno i pachistani è un altro modo per devastare l’aria e i mari. A questo si aggiunga il fatto che le navi riempiono l’oceano di liquidi inquinanti. E non solo: ci sono anche le acque di scarico prodotte dall’imbarcazione, che in alcuni casi possono essere riversate direttamente in mare.
Chi va in crociera mangia tanto (il fatto che le navi offrano una cucina ottima è solo un mito; in realtà si limitano a servire tanto cibo). I buffet sono preparati con ingredienti economici, insalate con maionese, formaggi da quattro soldi e fritture di tutti i tipi. Quello che le persone mangiano poi lo espellono. I rifiuti organici di migliaia di passeggeri sono scaricati nell’oceano, e a volte lo stesso vale per altre forme di rifiuti solidi: bottiglie, tovaglioli, pannolini, imballaggi vari, carta e così via. In parole povere, basta una sola nave da crociera per inquinare l’oceano.
Le persone sono attratte da queste imbarcazioni perché su di loro sono stati costruiti dei miti, perché sono grandiose e sono delle versioni lussuose e moderne (e quindi inaffondabili) del Titanic. Ma non è vero. Le imbarcazioni moderne, come quelle gestite da compagnie come la Royal caribbean e la Carnival cruise, si rivolgono soprattutto alla clientela di classe media del mondo bianco e occidentale. Per molte persone non abituate al lusso, magnifico può essere sinonimo di “tanto”, perciò più grandi sono le navi, più frequenti sono i buffet e più servile è lo staff, e meglio è. Non vedono l’ora di spadroneggiare su filippini, marocchini, siriani e altre persone provenienti dal sud del mondo.
La rottamazione della Celestyal experience quindi è una benedizione. I pachistani non hanno bisogno di partecipare a modelli di consumo insostenibili, basati sulle preferenze del mondo occidentale. In Pakistan siamo già piuttosto bravi a rovinare le parti migliori del paese con il nostro consumo insostenibile. Non abbiamo bisogno dell’aiuto di enormi navi da crociera. ◆ gim
Rafia Zakaria
è un’opinionista del quotidiano pachistano Dawn, su cui è uscito questo articolo. Nel 2021 ha pubblicato Against white feminism (Hamish Hamilton).
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1440 di Internazionale, a pagina 42. Compra questo numero | Abbonati