Negli ultimi anni, tra la pandemia di covid-19 e le conseguenze della Brexit, l’economia britannica non ha vissuto momenti felici. A pagarne il prezzo maggiore, anche in termini di salute mentale, sono stati i ragazzi e le ragazze. Leggi
Per la prima volta nella sua storia il governo della città asiatica ha deciso di introdurre un sussidio di disoccupazione. Un grande cambiamento per il piccolo stato ultraliberista Leggi
Una cerimonia di laurea all’università di Syiah Kuala, nella provincia di Banda Aceh. Secondo l’ufficio nazionale di statistica nel 2023 in Indonesia i disoccupati sono... Leggi
Con la disoccupazione in forte aumento e impieghi precari, una generazione di cinesi ha abbandonato l’idea di avere una casa per sé, di fidanzarsi, di sposarsi e di fare figli Leggi
L’idea di ridurre i giorni di lavoro è stata riproposta nel contesto della crisi dovuta alla pandemia, ma non spingerebbe le aziende ad assumere di più. Leggi
A ottobre il tasso di disoccupazione si è attestato ai minimi dal dicembre del 2012 secondo le ultime statistiche dell’Istat, ma il dato positivo si accompagna a un aumento degli “inattivi”, le persone che non lavorano e si sono rassegnate a non cercare un impiego. Inoltre l’aumento dell’occupazione è in parte dovuto all’invecchiamento della popolazione. Leggi
Il Fondo monetario internazionale considera che la disoccupazione dell’eurozona, che ora supera l’11 per cento, resterà alta ancora per un po’ e quella giovanile si manterrà vicina ai massimi storici nel medio periodo. Un rapporto pubblicato oggi dall’istituto di Washington registra le tendenze dell’economia nei paesi che usano l’euro.
Secondo l’Fmi, l’Italia sta uscendo da tre anni di recessione, ma per tornare ai livelli occupazionali di prima della crisi potrebbe essere necessaria quasi una generazione. “Senza una significativa accelerazione della crescita, ci vorrano quasi 20 anni per riportare il tasso di disoccupazione ai livelli precedenti alla crisi”, si legge nel documento. Per un confronto, alla Spagna serviranno 10 anni e al Portogallo 20.
Il Fondo avanza anche alcune raccomandazioni a Roma, riassumendo le riforme già in vigore (tabella 4. pag. 39). Per tornare a crescere, l’Italia dovrebbe adottare e implementare la riforma dell’amministrazione pubblica; rendere più efficace e veloce la giustizia civile, diminuendo i ricorsi in cassazione; rafforzare il Jobs Act e “decentralizzare la contrattazione salariale per permettere una maggiore flessibilità nei contratti nazionali”; aumentare la concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi.
Circa 63mila persone hanno perso o hanno lasciato il lavoro nel mese scorso. A maggio, gli occupati sono diminuiti dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente, invertendo la tendenza di aprile, quando l’Istat aveva rilevato un aumento dello 0,6 per cento. È l’ultima rilevazione dell’istituto statistico, diffusa questa mattina.
Il numero di disoccupati rimane sostanzialmente invariato su base mensile. Il tasso di disoccupazione resta fermo al 12,4 per cento, dopo la crescita registrata a febbraio e a marzo e il calo del mese scorso. Nei dodici mesi, invece, il dato è più positivo: il numero di disoccupati è diminuito dell’1,8 per cento, cioè di 59mila persone.
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta nell’ultimo mese dello 0,3 per cento, cioè di 36mila persone, dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Su base annua gli inattivi diminuiscono di 135mila.
La settimana scorsa l’International New York Times ha dedicato qualche riga all’ultimo rapporto della Banca mondiale sull’economia della Striscia di Gaza. Leggi
Secondo l’Organizzazione internazionale per il lavoro (Ilo) il numero dei disoccupati nel mondo continuerà a crescere nei prossimi cinque anni: entro il 2019 saranno 212 milioni.
Nel suo ultimo rapporto, che presenta i dati reali fino al 2013 e le stime dal 2014 al 2019, l’Ilo punta il dito contro l’aumento delle disuguaglianze, che portano insicurezza nel mondo del lavoro e instabilità sociale. Dall’inizio della crisi globale, secondo l’Ilo, sono stati persi 61 milioni di posti di lavoro.
Per quanto riguarda l’Europa le prospettive non sono rosee: la ripresa è ancora lontana, anche se i paesi dell’Europa meridionale che oggi hanno i dati peggiori (Spagna e Grecia) dovrebbero avere qualche miglioramento.
In Sudafrica la popolazione è in rivolta contro gli immigrati, dopo le dichiarazioni del re zulu, Goodwill Zwelithini, che ha invitato il governo a intraprendere azioni per mandare via gli stranieri dal paese. Nei giorni scorsi almeno quattro persone sono morte nelle violenze scoppiate a Durban e oggi ci sono stati scontri nelle manifestazioni in solidarietà con le vittime.
Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’altissimo tasso di disoccupazione, il più alto della regione per quanto riguarda la fascia giovanile. Nel 2013 ha raggiunto il 48,4 per cento, secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
Dal 1995 la disoccupazione è aumentata del 15 per cento. Nel 2014 è stata del 24,3 percento. Secondo la definizione estesa di disoccupati, che comprende anche le persone che hanno smesso di cercare lavoro perché scoraggiate dalle scarse opportunità, il tasso nell’ultimo trimestre del 2014 è salito al 34,6 per cento.
I neri sono la fascia di popolazione più colpita, a causa dei bassi livelli di istruzione e la loro segregazione nelle aree più periferiche della città durante l’apartheid. Le proteste sono anche provocate dal fatto che il tasso di disuguaglianza nella distribuzione del reddito è il più alto al mondo dopo quello del Lesotho.
Inoltre, secondo un rapporto citato dal sito Africacheck, i migranti stranieri ottengono più facilmente un impiego rispetto ai sudafricani non migranti, anche se spesso si tratta di posizioni precarie e nel settore informale:
Il tasso di disoccupazione a ottobre ha toccato il massimo storico ed è salito al 13,2 per cento, con una aumento di 0,3 punti rispetto al mese precedente e di un punto su base annua.
Lo rilevano i dati diffusi dall’Istat, che evidenziano un peggioramento complessivo e in particolare tra i giovani sotto i 24 anni. Il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è al 43,3 per cento, con una crescita di 0,6 punti rispetto al mese precedente e di 1,9 punti su base annua. I giovani inattivi sono 4 milioni e 338mila.
Il numero complessivo dei disoccupati è di 3 milioni e 410mila, con un aumento di 90mila su base mensile e di 286mila su base annua. Askanews
Lo rivela uno studio dell’Istat. A settembre i disoccupati sono pari a 3 milioni e 236mila, in aumento dell’1,5 per cento rispetto ad agosto (+48mila) e dell’1,8 per cento rispetto al 2013 (+58mila).
Il numero delle persone senza lavoro è il più alto dall’inizio delle serie storiche (2004) mentre il tasso di disoccupazione al 12,6 per cento si mantiene sui livelli già raggiunti più volte nel 2014.
Gli occupati sono 22 milioni 457mila, in aumento dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente (+82mila) e dello 0,6 per cento su base annua (+130mila). La crescita di questo dato non è in contraddizione con quello sulla disoccupazione, spiega l’Istat, ed è dovuta all’aumento della partecipazione al mercato del lavoro. Ansa, Istat
I giovani che vanno a lavorare all’estero cercano soprattutto una vita normale. Le loro storie in un documentario. Leggi
Il vertice Ue ha messo al centro la disoccupazione giovanile. Il governo Letta ha creato un fondo di pronto intervento. Sono segnali positivi. Ma ora serve un cambiamento radicale che punti a una formazione professionale efficace. Leggi
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