L’Ocse da quasi vent’anni fornisce una massa ingente di dati sui sistemi scolastici. Finora solo nelle pubblicazioni di sintesi, come l’annuale Education at a glance, aveva dato con molta discrezione valutazioni e suggerimenti particolari per singoli paesi. Ora ha rotto gli indugi. Leggi
È uscito Education at a glance 2015, il rapporto annuale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che analizza i sistemi di istruzione dei 34 paesi membri. Ne emerge, tra l’altro, che l’Italia ha il più basso tasso di occupazione di giovani laureati, investe pochissimo nell’istruzione universitaria e ha gli insegnanti più vecchi. Leggi
In Italia il tasso di occupazione dei giovani tra 15 e 29 anni è sceso di quasi 12 punti percentuali tra il 2007 e il 2013, passando dal 64,33 per cento al 52,79 per cento. È il secondo peggior dato tra i paesi Ocse, dietro alla sola Grecia (48,49 per cento), in base all’ultimo rapporto su Giovani e occupazione pubblicato dall’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
L’Italia è invece quartultima tra i paesi Ocse per il tasso di occupazione nella fascia d’età 30-54, sceso dal 74,98 per cento del 2007 al 70,98 per cento del 2013. L’organizzazione ha messo in evidenza “uno specifico problema di disoccupazione giovanile, in aggiunta a uno più generale”, attribuendolo a “condizioni sfavorevoli e debolezze nel mercato del lavoro, e nelle istituzione sociali ed educative”.
La disuguaglianza di reddito ha raggiunto livelli record nella maggior parte dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e resta a livelli ancora più alti nelle economie emergenti. Lo denuncia il nuovo rapporto dell’Ocse. Leggi
Nel 2014 l’aiuto pubblico allo sviluppo, ovvero i contributi degli stati industrializzati ai paesi in via di sviluppo, non è cambiato rispetto al 2013, raggiungendo la somma di 124,3 miliardi di euro. Lo conferma il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sui dati dei paesi del Comitato dell’aiuto allo sviluppo (Dac) presentato oggi a Bruxelles. Un segno “incoraggiante”, secondo il segretario generale Angel Gurria, nonostante la crisi che ha colpito i donatori. In compenso è diminuito del 16 per cento il flusso di finanziamenti verso i paesi più poveri. Secondo l’Ocse nel 2013 la cifra era molto più alta rispetto al 2014 a causa della cancellazione del debito della Birmania.
In Italia il volume di aiuti è sceso dallo 0,17 allo 0,16 per cento del pil, ancora molto lontano dall’obiettivo dello 0,7 che i paesi dell’Unione europea si erano impegnati a raggiungere entro il 2015. Obiettivo superato e raggiunto nell’Ue solo da Svezia, Danimarca, Lussemburgo e Regno Unito.
La percezione della corruzione delle istituzioni in Italia sfiora il 90 per cento, registrando il livello più alto tra i paesi Ocse. Il dato emerge dalla tabella presentata nel documento “Curbing corruption” pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che cita lo studio Gallup.
L’Italia è seguita da Portogallo e Grecia. La percezione più bassa della corruzione è in Svezia, con meno del 15 per cento. La media dei paesi Ocse è sotto al 60 per cento.
Il costo delle truffe e della corruzione negli investimenti pubblici, si legge nel documento, non è solo economico ma politico e istituzionale con seri risvolti per la legittimazione dell’apparato dello stato e la capacità delle istituzioni governative di funzionare in modo efficace. L’Ocse individua poi una “forte relazione” tra la corruzione percepita e la fiducia nel governo. Più alta è la corruzione percepita, più bassa è la fiducia nelle istituzioni. Il Sole 24 Ore
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato il Better life index, un rapporto annuale sulla qualità della vita nei 34 paesi aderenti, più la Russia e il Brasile. Leggi
Il Guardian del 19 settembre ha dedicato un articolo al curricolo sui cambiamenti climatici elaborato dal Botanic garden di Chicago con l’aiuto della Nasa. Leggi
Nel corso degli ultimi cinquant’anni c’è sempre stato in Europa un posto in cui persone diverse provenienti da altri continenti si sono sentite a casa propria. Leggi
Presentato a Washington il rapporto Teaching and learning international survey, sullo stato complessivo della scuola in 34 paesi. Leggi
Ero andato volentieri a insegnare nelle scuole britanniche all’estero: ottima retribuzione, allievi “placidi”, di classe alta, colleghi selezionati. Ma mi è parso un tradimento e sono tornato nel Regno Unito in prima linea. Leggi
Più volte durante l’anno, sul mondo dell’informazione piovono a scroscio dati su scuola ed educazione. Leggi
Negli Stati Uniti Dana Kelly e Holly Xie del National center for education statistics hanno pubblicato con rapidità un eccellente “primo sguardo” ai dati del Pisa del 2012, resi noti dall’Ocse lo scorso 3 dicembre. Leggi
Da qualche anno un piccolo ma crescente gruppo di università americane d’élite propone anche titoli più pepati e sfiziosi accanto a temi più tradizionali. Leggi
Nella settimana successiva alla chiusura della Fiera del libro di Francoforte, oplà, si aprono le polemiche. Leggi
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