Il 27 novembre il parlamento europeo ha approvato a Strasburgo la squadra della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, che entrerà in carica all’inizio di dicembre in un contesto di turbolenze economiche e geopolitiche.
L’esecutivo europeo ha ricevuto 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astensioni.
“L’Europa non ha tempo da perdere”, ha avvertito Von der Leyen, mettendo l’accento sulla necessità di rilanciare la competitività per “colmare il divario con gli Stati Uniti e la Cina”.
“La nostra libertà e la nostra sovranità dipendono più che mai dalla nostra forza economica”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda la difesa, la presidente della Commissione ha sottolineato la necessità di fare di più per competere con le spese militari della Russia, in un momento in cui il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca fa temere un disimpegno degli Stati Uniti in Ucraina.
“La nostra spesa militare deve aumentare”, ha affermato Von der Leyen, 66 anni. “La Russia spende fino al 9 per cento del pil per la difesa, l’Europa solo l’1,9 per cento. C’è qualcosa di sbagliato in quest’equazione”.
Secondo Luigi Scazzieri, analista del Centre for european reform (Cer), “prepararsi al ritorno di Trump è la sfida più urgente per l’Unione europea, soprattutto per quanto riguarda il commercio e la sicurezza”.
Fitto vicepresidente
Nonostante questo, il parlamento europeo ha faticato ad approvare la nuova Commissione.
Le tensioni sono esplose in particolare sulla nomina alla vicepresidenza dell’italiano Raffaele Fitto, esponente del partito di estrema destra Fratelli d’Italia, guidato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Von der Leyen ha però difeso la scelta, che le permette di avere buoni rapporti con Meloni.
Dopo alcuni giorni di braccio di ferro, il Partito popolare europeo (Ppe, destra), i centristi di Renew Europe e i socialdemocratici hanno raggiunto un accordo per approvare in blocco tutti i commissari proposti, una cosa che non succedeva da vent’anni.
L’ex premier estone Kaja Kallas è la nuova responsabile della diplomazia europea, in sostituzione di Josep Borrell, mentre il centrista francese Stéphane Séjourné sarà vicepresidente con delega alla strategia industriale e la socialista spagnola Teresa Ribera sarà vicepresidente con delega alla transizione ecologica e alla concorrenza.
La nuova Commissione è più a destra della precedente, con una quindicina di portafogli su ventisette assegnati al Ppe, la principale forza politica del parlamento europeo.