Nel Regno Unito la tv non è roba da conservatori. Il magnate Rupert Murdoch, di fronte ai bassi ascolti della sua TalkTv, canale di programmi politici vicini alla destra, ha annunciato di volerlo trasferire tutto su YouTube, dove l’interazione con gli utenti, i cui commenti sono parte integrante del copione e del marketing, potrebbe aiutare la risalita. La decisione è stata anticipata dal suo conduttore di punta, quel Piers Morgan celebre per le interviste strappalacrime a personaggi famosi e i toni populisti spesso usati contro i partiti e gli esponenti di sinistra. A febbraio, sfiancato “dalla camicia di forza dei palinsesti giornalieri”, ha lasciato la tv lineare per andare incontro agli spettatori abituati a scegliere i contenuti dove e quando gli va. Ma un conto sono le interviste “esclusive” di Morgan che, con il loro condimento di scandali, rivelazioni e gossip sono particolarmente commestibili per la platea social, diverso è scommettere su un intero canale, che ha complessità e impatto economico che mal si addicono a esperimenti online, anche quando c’è dietro un editore potente con il placet del governo del momento. Se i numeri la premieranno, la scelta di Murdoch e di Morgan potrà ispirare volti populisti in cerca di rinascita. Come la nostra Barbara D’Urso, che invece di spendersi per un ritorno in Rai dopo l’addio ostile di Berlusconi jr potrebbe scoprire nella suburra della rete il suo florido west. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati